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Non è un j’accuse qualunque quello che questa mattina è stato lanciato contro Report, la trasmissione di Rai 3 di approfondimento giornalistico, che rientra tra i più noti, ben fatti e curati format di reportage giornalistico dell’intero panorama televisivo.

Eppure, la redazione giornalistica guidata da Sigfrido Ranucci, a torto o ragione non per la prima volta, ha attirato su di sé gli strali di chi ha ritenuto di avere argomentazioni per dolersi e giustificazione per lamentarsi di come sarebbe stato raccontato l’argomento in questione.

Stavolta è stato Padre Maurizio Patriciello  a lanciarsi contro ‘Report’. Si tratta di un nome noto ai più in virtù del suo impegno sociale contro la camorra e i suoi gangli che si insinuano in ogni ambito della società  e pertanto il ‘don’ è da ritenersi, a più ampio raggio, un prete contro il malaffare.

“Avete visto Report ieri sera? – ha scritto Padre Maurizio Patriciello sulla sua pagina Facebook da 150mila follower – Mi era sembrato strano che don Franco Cirino, mio amico, non avesse detto una sola parola riguardo a un bene della Curia di Napoli trasformato in un albergo. Ho telefonato subito al don Franco. Era basito. Di cose lui ne aveva dette, e tante. Tutte completamente tagliate da Report. – ha accusato i giornalisti Rai senza remore il ‘don’ come è nel suo stile, senza paure e infingimenti – Don Franco, Economo della diocesi di Napoli, aveva spiegato agli italiani, credenti e non credenti, come stavano veramente le cose. Ma, evidentemente, a Report non interessava la verità. – ha proseguito Padre Maurizio Patriciello – E ci ha propinato un servizio taglia-cuci per dire quello che fin dall’inizio avrebbe voluto dire. Mi dispiace tanto. Ho sempre apprezzato questa trasmissione. Ma oggi mi chiedo se tutti coloro che si rifiutano di essere intervistati non lo facciano per non essere strumentalizzati come è successo, ieri sera, a don Franco Cirino, al quale va tutta la nostra stima e il nostro affetto. Padre Maurizio Patriciello”.

Una critica, quella del parroco, ben circostanziata, precisa ed anche approfondita e verificata, proprio come si dovrebbe sempre fare nel giornalismo.

Ma di cosa avrebbe voluto e dovuto parlare Report andato in onda ieri?
“La messa è finita” era il titolo dell’inchiesta curata dai giornalisti Danilo Procaccianti, con la collaborazione di Goffredo De Pascale e Andrea Tornago. “Napoli nel centro storico ha più chiese di Roma: ce ne sono 203 ma solo 79 sono adibite al culto, il resto è abbandonato, pericolante o in ristrutturazione perenne. – era il tema del servizio andato in onda – Non tutte le chiese consacrate sono luoghi di culto perché nel 2010 l’allora arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, vista la difficoltà della Curia a gestirle, decise di affidare alcune chiese in comodato d’uso gratuito ad associazioni o enti. Cosa ci fanno adesso dentro quelle chiese?”

Adesso ci sarà da attendere la replica di Sigfrido Ranucci che alle accuse ricevute dalla sua trasmissione ha sempre replicato nel merito, con garbo, facendo ammenda quando riteneva di doverla fare e opponendosi con fermezza, quando riteneva che fosse giusto.