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Per delega del Procuratore Distrettuale di Napoli, si comunica che la Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 persone (di cui 4 sottoposte alla misura della custodia cautelare in carcere, 3 a quella degli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di associazione di tipo mafioso nonché dei delitti di estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di agevolare l’organizzazione criminale denominata clan Mallardo, operante sul territorio di Giugliano in Campania, e dall’aver agito avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza a sodalizi di tipo camorristico, evocata nei confronti delle vittime, e della condizione di assoggettamento che ne deriva. In particolare, vari imprenditori sarebbero stati minacciati per costringerli a versare agli indagati somme di denaro per poter proseguire nella propria attività lavorativa. Gli illeciti profitti sarebbero poi stati destinati al sostentamento degli affiliati e alla formazione di una “cassa comune” da cui attingere anche per operazioni speculative e di reinvestimento. 

Avrebbe preteso 50mila euro da un imprenditore già sottoposto al pizzo nel 2013 dal defunto capoclan Feliciano Mallardo: figura anche questa tentata estorsione reiterata tra i capi d’accusa contestati al reggente del clan Mallardo Mauro Moraca a cui oggi la Direzione Investigativa Antimafia ha notificato una delle sette misure cautelari emesse dal Gip di Napoli Luca Rossetti.
Il clan in questione è una storica organizzazione camorristica che ha la sua base a nord di Napoli, ed è componente di rango della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”. Tra gli arrestati c’è anche una donna di 80 anni, Caterina Poziello, che svolgeva, tra l’altro, il ruolo di prestanome per conto di colui che per la Dda è reggente del clan.
Il legame tra la Poziello (a cui sono risultate intestate, tra l’altro, un paio di Jeep Renegade) e il clan, in particolare proprio con Moraca, risale a oltre dieci anni fa e, secondo il collaboratore di giustizia Giuliano Pirozzi, per conto del capo svolgeva l’attività usuraia.
Gli indagati sono complessivamente otto ma il giudice ha disposto sette misure cautelari. Quelle in carcere riguardano Mauro Moraca, 45 anni; Emmanuele Russo, 28 anni; Francesco Mallardo, 52 anni, detto “o’ marmular” e Giuseppe Mallardo, 65 anni. Domiciliari, invece, per l’80enne Poziello Caterina; Umberto Mallardo, 43 anni e per Felice Coletta, 37 anni. 

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.