Si drizza, è il caso di dire, in tutti i suoi 12 metri, in una giornata uggiosa. Non per niente si intitola ‘Tu si ‘na cosa grande’, ma i più cattivi già speculano sul nome. È l’ultima installazione di piazza Municipio, da inaugurare domani alle 18.45. L’opera dedicata a Napoli dallo scultore Gaetano Pesce, scomparso sei mesi fa a New York. È una rivisitazione dell’abito di Pulcinella, con due cuori rossi trafitti da una freccia. E per trafiggere, sta trafiggendo l’immaginazione di molti. Pure di troppi.
Nemmeno ultimato il montaggio, già fioccano battute salaci. Ad eccitare la fantasia è la forma. Per alcuni – ci credereste? – sarebbe fallica. Ma cosa vanno a pensare…Intanto però, è tutto un pullulare di divertito stupore. Ma anche di rassegnata indignazione. L’arte contemporanea, si sa, è fatta per dividere, per provocare. E già il predecessore, la Venere di Pistoletto, si attirava critici e nemici. Il Pulcinella di Pesce non sfugge alla regola. È subito un primattore, nel calderone dei social. Ma anche per strada, per chi passa dal centro. E sfrigolano sul basolato i commenti più urticanti. Perché Napoli è nobilissima, come proclamava la rivista fondata da Benedetto Croce. Ma sa essere, se vuole, anche molto greve. Ha il gusto della burla, insegna l’arte del dileggio. E allora giù lazzi e calembour, umorismo raffinato, ma pure da caserma. L’alto e il basso, le tante Napoli ricondotte a unità. Immancabili i molti curiosi, così come gli scatti dei turisti. Vuoi mettere lo sfizio di un selfie con “il coso”?
La città freme, alla ricerca di accostamenti audaci. Trovare un nome alternativo, più adatto all’uopo: è imperativo immediato. Il Maschio Angioino la osserva sullo sfondo, e diventa subito “il Macho Angioino“. C’è chi non resiste, e spara una raffica di appellativi osceni. Senza giri di parole né, ovviamente, peli sulla lingua. Altri più che l’arte concettuale, evocano quella contraccettuale. Candido è infatti il primo rivestimento dell’armatura metallica: ricorda il lattice. Ma presto devono ricredersi. Proseguendo l’allestimento, si scopre altro. Il “coso” ha i mille colori di un ologramma. E si illumina perfino, a intermittenza. Perticone stroboscopico sulla piazza, rievoca le atmosfere techno music. Ma questa non è Ibiza, canterebbero i The Kolors. La cassa è dritta sì, anzi drittissima. Ma il sottofondo sono purtroppo i clacson del traffico. Insomma, le sorprese non mancano. Ai più benevoli ispirerà un Dio della fertilità. Ai meno entusiasti una presenza minacciosa, da guardare a debita distanza. In fondo non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli: lo diceva il Dorian Gray di Oscar Wilde. E non sappiamo se e quanto questo Pulcinella piacerà, anche se uno sospetto si fa strada. Ma di certo, anche lui non passerà inosservato.