La scorsa notte il 30enne, in caserma a Senago, ha confessato e ha indicato dove aveva nascosto il corpo: l’ha buttato in un’intercapedine, una sorta di buco, dietro dei box in un’area non lontana dall’abitazione e ha cercato, poi, di coprirlo con delle cose buttate sopra, come del cellophane. Interrogato dal pm e dai carabinieri ha detto: “Sono stato io“. Lo ha ripetuto, senza mai piangere ma consapevole di quel che aveva fatto, e aggiungendo: “L’ho colpita con due o tre coltellate“. Coltellate in parti vitali del corpo. Nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia.
L’omicidio sarebbe avvenuto tra le 19.05 di sabato, quando una telecamera davanti all’abitazione ha ripreso per l’ultima volta Giulia, e le 20. Altre telecamere di sorveglianza hanno inquadrato, poi, gli spostamenti successivi dell’uomo per andare a nascondere il corpo, dopo averlo caricato nella sua auto e dopo due tentativi di bruciarlo. La macchina, controllata ieri dagli investigatori e nella quale sono state trovate tracce di sangue, puzzava ancora di benzina.
Nel pomeriggio di sabato si erano incontrate la fidanzata e l’amante, su richiesta di quest’ultima per un colloquio chiarificatore, ma l’uomo non aveva voluto partecipare a quell’incontro. Quando la 29enne è rientrata a casa c’è stata la lite e poi l’omicidio. Il fermo è stato firmato dai pm verso le 6.50 di stamani. Nella sua denuncia, stando alle indagini, l’uomo ha raccontato diverse cose non vere, secondo l’accusa, come che era stato in un posto, risultato poi inesistente, a comprare e fumare marijuana.
Giulia Tramontano uccisa a coltellate, il fidanzato avrebbe tentato di bruciare il corpo