NAPOLI – Solo la possibilità che, assieme a Claudio Cecere, anche Alessandra Clemente passasse nel Movimento 5 Stelle ha spaccato i pentastellati. Tant’è che già c’è una vittima di questo scontro fratricida: Ciro Borriello.
L’ex assessore di de Magistris, infatti, è stato sfiduciato da capogruppo da 3 consiglieri comunali di Napoli di Beppe Grillo: Gennaro Paipais, Fiorella Saggese e Flavia Sorrentino.
Borriello è accusato di aver accolto senza alcuna consultazione Cecere, nel 2021 eletto tra le fila di “Alessandra Clemente sindaco” all’opposizione del sindaco Manfredi. Ora nel gruppo misto, ma all’inizio della sua cariera politica un berlusconiano.
Tuttavia: in molti, nei conciliaboli grillini, hanno visto l’arrivo di Cecere solo come l’apripista di quello della Clemente. Il che, a un anno esatto dalle elezioni politiche, è stato vissuto più come una minaccia che come un salutare allargamento del campo grillino.
Fatto sta che la diretta interessata oggi ha fatto buon viso a cattiva sorte: ha garantito, tramite comunicato, che resterà all’opposizione lasciando Cecere al suo destino.
L’operazione orchestrata da Luigi Di Maio di portare sia Cecere che Clemente nei 5 Stelle, almeno per ora, non è riuscita al cento per cento.
E comunque: le elezioni del consiglio metropolitano, rivelatesi una cartina di tornasole formidabile per rivelare lo stato di salute di tutti i partiti, continuano a far discutere.
Sinistra Italiana del segretario Sandro Fucito, sebbene soddisfatta perchè ha contribuito in maniera determinante alla elezione di Rosario Andreozzi, ha avvertito che l’ex Provincia non deve essere intesa come un mero “votificio”.
E il coordinatore cittadino di Forza Italia, Fulvio Martusciello, si è travestito da Sherlock e ha dato la sua versione del caso-Bassolino: “Ma davvero pensiamo che possa aver sbagliato a votare uno che lo fa da quando aveva 5 anni? – ha scritto su Facebook il numero uno dei berlusconiani di Napoli – Quando si è accorto dell’accordo 5 Stelle-de Magistris siglato da Dario de Falco, plenipotenziario di Di Maio, Bassolino avrà pensato: ‘Ora, se esce anche un solo voto napoletano a favore della lista creata con la Clemente, ognuno se ne potrà prendere la paternità. Allora meglio non votare dicendo che ho sbagliato’. Così ha scritto il nome Della Ragione su un’altra lista. Ma questa mossa ha portato allo scoperto l’accordo de Magistris-5 Stelle”.
Tuttavia, quest’accordo, secondo Martusciello, “durerà poco perchè quando de Magistris capirà che nei 5 Stelle non comanda Di Maio ma Conte, già sarà lì”.