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Parte da Napoli la campagna pacifista per l’obiezione di coscienza, nella Giornata Internazionale ad essa dedicata, in programma domani. Ciò avviene per ragioni storiche, ma anche di opportunità. “Tutti i manifesti comunali di chiamata alla leva, a Napoli – spiega Ermete Ferraro, presidente nazionale del Movimento Internazionale della riconciliazione (M.i.r. Italia) -, sono stati molto vaghi e non riportano né le norme per gli eventuali richiami alle armi né tanto meno la possibilità di obiettare al reclutamento, in base allo stesso Codice Militare”. Ferraro annuncia che prossimamente “interpelleremo l’Ufficio Leva di Napoli e, se non ci saranno risposte, faremo un volantinaggio davanti alla sua sede”.

Il M.i.r ricorda che il servizio militare di leva è stato ‘sospeso’, ma non abolito. “Per cui – sottolinea la nota – le normative in materia prevedono esplicitamente che potrebbe essere ripristinato con effetto immediato”. Potrebbe accadere se fosse deliberato lo stato di guerra, o se l’aumento della forza numerica fosse giustificato dal coinvolgimento dell’Italia in una grave crisi internazionale. Basterebbe un decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. Gli atti dovrebbero essere motivati dall’insufficienza del personale volontario in servizio, qualora non fosse possibile colmare le vacanze di organico. Peraltro di reintroduzione del servizio di leva “si sta discutendo sempre più spesso” ricorda il M.i.r, la più antica organizzazione pacifista italiana.

Oltre a mobilitarci per il diritto ad obiettare alla guerra dei giovani ucraini, bielorussi, russi, israeliani e palestinesi – dice Ferraro – in alcune città lanceremo un appello ai cittadini da 17 a 45 anni, affinché inviino alle sedi competenti una formale dichiarazione preventiva di obiezione di coscienza al servizio militare di leva, scegliendo un servizio civile alternativo, come peraltro già previsto dallo stesso Codice Militare“. La Giornata Internazionale dell’Obiezione di Coscienza nasce per sollecitare l’impegno di chi non voglia limitarsi a contestare le guerre e il militarismo, ma intenda opporsi ad essa concretamente e direttamente. Il modo? “Unendo la resistenza nonviolenta – afferma il M.i.r. – ad una proposta alternativa di pace e di giustizia sociale ed ambientale”.