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Un unico intervento chirurgico per curare contemporanemente l’obesità, l’ernia iatale e il reflusso gastroesofageo. È un’evoluzione della “sleeve gastrectomy”, una nuova tecnica di gastrectomia verticale che consente di ridurre il volume dello stomaco, di riparare l’ernia e di ricostruire la valvola antireflusso in una sola operazione.

Una soluzione utile considerando che secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità gli italiani obesi sono oltre 4 milioni e che nel 50% di coloro che sono candidabili alla chirurgia bariatrica coesistono anche le altre due condizioni. Questo nuovo intervento “evoluto” è una delle novità presentate in occasione della 26esima edizione del congresso mondiale dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders (Ifso), che si apre domani a Napoli e che si chiuderà il prossimo 1° settembre.

“La sleeve gastrectomy è un trattamento di chirurgia bariatrica che può essere considerato nei casi di obesità e che, mediante la riduzione dello stomaco, induce un precoce senso di sazietà – spiega Luigi Angrisani, professore associato in Chirurgia Generale all’Università Federico II Napoli e presidente del congresso -. La perdita di peso che si ottiene con un intervento di sleeve gastrectomy è legata alla consistente riduzione della capacità dello stomaco, che, da un lato, induce la sensazione di sazietà già dopo una modesta ingestione di cibo, e, dall’altro, causa un’importante riduzione del livello di grelina, l’ormone che determina il senso di fame”. La presenza di ernia iatale e reflusso gastroesofageo non preclude la possibilità di ricorrere alla sleeve gastrectomy. “In pochi centri selezionati in tutto il mondo – sottolinea l’esperto- per chi soffre di obesità con ernia iatale e reflusso gastroesofageo c’è la possibilità di ricorrere a un tipo di gastrectomia verticale modificata, o meglio ‘evoluta’, che consente di risolvere i 3 problemi con un unico intervento”.

“Negli ultimi anni- conclude Angrisanile tecniche chirurgiche sono molto migliorate e questo ci consente di aiutare sempre più pazienti che, oltre all’obesità, presentano anche ulteriori condizioni patologiche”.