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A novembre scorso è stato condannato a 8 anni di reclusione per l’accusa di atti sessuali con minorenne, ma ora spunta una nuova denuncia per presunti abusi contro Livio Graziano, prete casertano di Lusciano.

Un 42enne della provincia di Caserta ha sporto querela alla procura di Napoli Nord. I fatti riportati sono relativi a quasi 30 anni fa. Tutto sarebbe avvenuto quando frequentava le scuole medie al Seminario di Aversa. “Di quegli anni – afferma l’uomo nella denuncia – ricordo in particolar modo l’anno scolastico 1993/94, durante il quale frequentavo la seconda media, poiché quell’anno purtroppo sono stato vittima di violenze sessuali, poste in essere nei miei confronti dal sig. Padre Livio Graziano. In quel periodo il sig. Livio Graziano era un semplice diacono predisposto al controllo e alla supervisione di noi giovani ragazzi convittori e pernottava nella nostra stessa struttura”.

Il racconto dell’uomo necessita ancora di riscontri. Sarà l’autorità giudiziaria a stabilire se procedere. “Le violenze da me subite – sostiene il denunciante – sono iniziate nel mese di marzo del 1994 per poi terminare nell’estate successiva, a seguito del suo (di Livio Graziano, ndr) trasferimento presso altra struttura. (…). Padre Livio era la persona con la quale noi convittori trascorrevamo la maggior parte del tempo, dal dopo scuola sino all’indomani; durante il pomeriggio o la sera era sua abitudine chiamarci nella sua stanza per offrirci delle bevande alcoliche, in particolare del wisky, per poi far rientrare tutti noi nelle camerate ad eccezione di un mio compagno di scuola, che era solito trattenersi presso la stanza del prete, perché cosi da lui deciso”.

Di questi “pomeriggi ricordo che – si legge nell’atto – anche io sono stato costretto dal Graziano a dover restare con lui nella sua stanza, quella che io ad oggi definisco ‘la stanza degli orrori'”. In quella “stanza ero costretto a subire – dichiara l’uomo – una serie di violenze sessuali (…). Ricordo che questi rapporti sessuali si consumavano anche al di fuori dalla struttura. La domenica pomeriggio Livio Graziano era solito venirmi a prendere a casa, anche prima dell’orario del rientro in seminario, con la scusa di voler fare una passeggiata o, almeno, cosi dichiarava ai miei genitori. Nulla di tutto ciò era vero, poiché purtroppo la mia passeggiata prima del rientro terminava sempre in luoghi isolati, così da poter abusare della mia persona”.

Secondo il querelante “questi abusi da me subiti sono avvenuti anche nell’abitazione dei miei genitori e dei suoi”. A tal riguardo, il 42enne dice di ricordare “dettagliatamente anche l’abitazione dei suoi genitori, luogo dove spesso mi trascinava per poter abusare di me”. Nella denuncia è fornita una presunta descrizione dell’abitazione familiare del prete. “Purtroppo solo oggi – aggiunge l’uomo – ho trovato il coraggio di ‘aprirmi’ e di ‘raccontare’ tali violenze, spinto dal forte senso di colpa che oggi avverto per non averlo fatto prima, in quanto, denunciando al tempo questi fatti, avrei potuto evitare di far subire le mie stesse violenze a quel bambino che ha di recente denunciato Padre Livio”. Proprio questa vicenda, chiusa in primo grado 7 mesi fa, ha convinto il 42enne a denunciare. Il Tribunale di Avellino ha riconosciuto il prete – oggi in custodia cautelare ai domiciliari – colpevole di abusi su un 12enne della provincia di Salerno. Il ragazzino, nell’estate 2021, era ospite presso la sua comunità di Principato Prata Ultra, in Irpinia. Il sacerdote della diocesi di Aversa attende la sentenza d’appello, prevista a Napoli il prossimo 20 giugno.