Boscoreale – Era finita stritolata in una morsa usuraia gestita da ben tre nuclei familiari, trovandosi a restituire quasi 40mila euro a fronte di iniziali prestiti pari ad appena 4mila. Fino al momento nel quale ha trovato la forza di denunciare e fare arrestare i propri aguzzini. Otto le persone coinvolte, tutte accusate a vario titolo di usura ed estorsione, mentre un nono soggetto è al momento irreperibile.
Ad eseguire l’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di dimora, emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata (Napoli) su richiesta della Procura oplontina, sono stati i carabinieri della stazione di Boscoreale, nel Vesuviano. L’attività di indagine, da ciò che si apprende, è scaturita a seguito della denuncia presentata dalla titolare di un esercizio commerciale di Boscoreale, che nel 2017, per far fronte ad una situazione di difficoltà economiche, si era rivolta ad uno dei soggetti destinatari dell’odierno provvedimento, il quale le aveva concesso un prestito di 500 euro, necessario a coprire alcune spese.
”La vittima – spiega il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – si era vista costretta a restituire quote ben superiori al capitale iniziale, anche a titolo di interesse su rate non corrisposte, entrando in una spirale debitoria che l’aveva indotta a rivolgersi anche ad altre persone per ottenere ulteriori prestiti”. Così, nell’arco di un triennio, l’imprenditrice si era trovata a dover gestire prestiti a tassi usurari ottenuti da tre diversi gruppi familiari che, attraverso continue minacce e vessazioni, l’avevano costretta a versare loro una somma pari complessivamente a circa 40.000 euro, a fronte di prestiti iniziali ammontanti in totale a circa 4.000 euro.
Le indagini, condotte attraverso intercettazioni telefoniche, analisi dei contenuti di telefoni sequestrati e perquisizioni domiciliari, a seguito delle quali sono stati trovati documenti contabili attestanti la presunta attività illecita, hanno consentito di ricostruire la dinamica degli eventi, protrattisi almeno fino al 2020. Inoltre, nel corso delle perquisizioni effettuate durante l’esecuzione della misura cautelare, presso l’abitazione di una delle indagate è stata trovata la somma di 2.700 euro in contanti sottoposta a sequestro in quanto ritenuta pertinente ai reati per cui si procede. Dopo le formalità di rito, le otto persone coinvolte nell’indagine sono state sottoposte al divieto di dimora nel territorio della provincia di Napoli.