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Napoli – Giorni di festa, al Vomero, per Chocoland, la manifestazione che accoglie golosi da ogni parte della Campania. Giorni di festa, sì, ma anche di affanno perché mentre i cittadini si dilettano tra uno stand e l’altro, accanto agli spettacoli di marionette che tanto fanno divertire i bambini cumuli di spazzatura campeggiano agli angoli delle strade.

Carte, resti di cibo, bottiglie di vetro e perfino i bastoncini di legno che si usano per i lecca lecca: tutto assieme, in barba alla differenziata. Così, ci vuole un attimo e le arterie più commerciali del quartiere, via Scarlatti e via Giordano, si trasformano nel regno dell’incuria e dell’indecenza. “Era previsto un passaggio pomeridiano di Asìa nel pomeriggio ma non c’è mai stato” – racconta il presidente della Municipalità, Paolo De Luca -. “Già ieri sera ho provveduto a contattare il capo del distretto 6, che è quello di nostro riferimento, perché se hanno preso un impegno questo deve essere rispettato”.

Prima di organizzare queste manifestazioni, infatti, viene fatta una conferenza dei servizi alla quale prende parte anche l’azienda che effettua il servizio di igiene ambientale: “Abbiamo preso un accordo: ieri la raccolta non c’è stata, confidiamo in oggi”. Anche se questa mattina la situazione sembra essere tornata alla normalità, c’è chi sottolinea che ormai anche il Vomero si sia trasformato in una sorta di discarica: “Realizziamo una ‘fiera della spazzatura’” – provoca il presidente del Comitato Valori Collinari, Gennaro Capodanno -. L’idea mi è venuta osservando l'uso che, negli ultimi tempi, si sta facendo del territorio collinare della Città, con particolare riferimento ai tratti pedonalizzati di via Scarlatti e di via Luca Giordano, dove da un po’ di tempo a questa parte si assiste, con inusitata frequenza, all’esposizione e alla vendita di prodotti di ogni genere. In fin dei conti la ‘merce’ da esporre è già presente in sito. Bastava al riguardo osservare le condizioni nelle quali si trovavano oggi diverse strade e piazze della zona”.

A cura di Ornella d’Anna