Tensioni a Napoli, per la protesta contro il vertice dei ministri dell’Interno euromediterranei. Qualche decina di manifestanti si è scontrata con le forze dell’ordine in via Toledo. Il cordone della polizia ha respinto i contestatori, che hanno provato a forzare il blocco, all’imbocco di piazza Trieste e Trento. Pochi metri più in là, in prefettura, era in corso la prima riunione dei ministri.
Alla due giorni, partita oggi, insieme all’italiano Matteo Piantedosi partecipano gli omologhi di Nicholas A. Joannides (Cipro), Makis Voridis (Grecia); Byron Camilleri (Malta); Fernando Grande-Marlaska Go’mez (Spagna). Durante la protesta, era in corso un summit tra Piantedosi e i ministri Brahim Merad (Algeria), Imad Trabelsi (Libia), Khaled Nouri (Tunisia). All’incontro era presente il viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli, responsabile per le strategie di cooperazione allo sviluppo. Al centro del meeting del Med 5 i temi migratori e la lotta ai trafficanti di esseri umani.
A scendere in piazza, invece, giovani di collettivi studenteschi e centri sociali, con esponenti di Laboratorio Insurgencia, Rete a pieno regime, Uds Napoli. Hanno sfilato in corteo da largo Berlinguer fino alla fine di via Toledo, dove sono stati bloccati. Portavano uno striscione ed un canotto, simbolo dei ‘viaggi della speranza’. Negli slogan, l’attacco alle “derive autoritarie” ed al “clima da stato di polizia”, ma anche contro Frontex. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è accusata di contribuire “alla morte di migliaia di migranti nel Mediterraneo e sulle rotte balcaniche”. E non sono mancati richiami ad Al Masri, il libico ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, scarcerato in Italia e rispedito a casa a gennaio. “Lui è libero di circolare – affermavano i dimostranti – mentre chi manifesta deve ricevere intimidazioni, provocazioni ed imposizioni”.