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Distese di rifiuti speciali nei Giardini della principessa Jolanda a Capodimonte, inseriti tra ‘I luoghi del cuore’ Fai. Cioè i siti ‘da non dimenticare’, nella classifica del Fondo ambientale italiano. Invece, qui sembra proprio se ne siano scordati. A documentare l’abbandono è Alfredo Di Domenico, autore di tante denunce sul degrado, anche col nome d’arte di Bukaman. Lo scempio è comprovato da foto e video su Facebook. Bottiglie di plastica, buste, bidoni, sacchetti, taniche. Perfino un trolley.

Ogni sorta di scarto nello storico complesso borbonico, realizzato tra il 1832 e il 1836 su commissione di Ferdinando I, sul progetto di Antonio Niccolini. In epoca fascista, fu intitolato a Jolanda Margherita di Savoia. Lì sorge una scalinata monumentale, con diversi sedili e divisa in più scaglioni. Fu concepita per rendere fruibile la zona tra la Reggia di Capodimonte e il resto della città. A circondarla c’è un boschetto, oggi invaso dai rifiuti. Nell’area verde ci sono “anche alberi molto antichi”, come ricorda Di Domenico.

Secondo la legge “i beni culturali vanno preservati e protetti ( art.9 della Costituzione Italiana) dalle amministrazioni cittadine – sottolinea l’attivista civico – per mantenerne viva la memoria e consegnarli alle future generazioni”. Princìpi caduti nel vuoto, per i Giardini della principessa Jolanda. Di Domenico, infatti, se la prende con “l’amministrazione napoletana”. “Vedete com’è ridotto oggi quest’angolo di paradiso – scrive l’attivista – da cui è possibile scorgere finanche l’isola di Capri“. Tutto intorno però, meglio non volgere lo sguardo.

(Foto da Alfredo Di Domenico (Bukaman) – Facebook)