“Un cazzotto nell’occhio”. Senza giri di parole, la nuova Stazione Marittina per Nino Simeone, presidente della commissione Infrastrutture, Mobilità e Protezione Civile del Consiglio comunale di Napoli. “È sparita la vista del Vesuvio” osserva sconsolato. Non è il primo, non sarà l’ultimo a lamentarsi. Ma Simeone ha voluto mostrarlo ictu oculi. Si è messo sullo scooter, ha acceso lo smartphone. E partendo da via Acton, altezza Marina Militare, ha percorso qualche centinaio di metri. Dalla strada, la Stazione Marittima oscura il panorama. Niente vulcano, niente golfo. Il mare non bagna Napoli, e ora neppure lo vede.
I lavori di riqualificazione hanno riconsegnato questa struttura. Un muro di cemento e vetro, esteso per 2.400 metri quadri. Ospita biglietterie, infopoint, ristori e servizi di accoglienza per i passeggeri. Tutto moderno, funzionale, hi tech. Un vanto per il committente, l’Autorità di Sistema Portuale. Ma il sentimento? “Non riesco a capire come abbiano potuto fare una cosa del genere” insiste un basito Simeone. Il quale, dai social, lancia una provocazione: “Chissà se la Soprintendenza avrà dato il parere per questa struttura?”. Ma bisogna raccontarla tutta. La nuova Stazione Marittima, adesso, ha anche il tetto calpestabile. E da lì il golfo si vede, eccome. Permette di passeggiare, con vista sul porto e sul mare. Ma giù in strada è un’altra storia.