Tempo di lettura: 2 minuti

E’ deceduta a causa delle gravi ferite riportate Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni colpita domenica pomeriggio alla testa da una statua caduta da un balcone nel centro di Napoli. E’ quanto si apprende da fonti sanitarie. La giovane era stata ricoverata all’Ospedale del Mare dopo aver ricevuto le prime cure all’ospedale Vecchio Pellegrini. La turista si trovava in via Sant’Anna di Palazzo, ai Quartieri Spagnoli, per un ultimo giro prima del ritorno a casa previsto nella serata di domenica con un volo in partenza dall’aeroporto di Capodichino.  La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Napoli, ha individuato l’abitazione di via Santa Teresella degli Spagnoli dalla quale è precipitata la statuetta che ha provocato la morte della giovane mentre passeggiava con il fidanzato nel centro di Napoli. Il fascicolo nel quale stanno confluendo le attività di accertamento degli inquirenti il reato ipotizzato passa dalle lesioni colpose all’omicidio colposo.

Il volto straziato dal dolore e visibilmente commosso: così si è presentato ai microfoni della Rai e di altre emittenti il padre di Chiara per ringraziare i medici dell’ospedale del Mare di Napoli per l’impegno profuso nel tentativo di salvare sua figlia: “Quando mi hanno detto che dovevo venire a Napoli, pur essendo io calabrese di origine – le parole di Gianfranco Jaconis, amministratore di condomini molto noto a Padova – avevo qualche pregiudizio verso questa città. Per cui pensavo di arrivare in un ospedale fatiscente. Ho trovato, invece, un bellissimo ospedale ma soprattutto medici e paramedici che hanno dimostrato tutta la loro umanità, oltre alla loro professionalità, e sono entrati nel mio cuore. Li voglio ringraziare pubblicamente, devono essere orgogliosi di quello che sono, sono stati fantastici. A loro il più grande degli abbracci”. Infine un’ammissione: “Ho rivisto tutti i miei pregiudizi, ho trovato un ospedale favoloso e soprattutto una umanità di cui non avevo dubbi ma toccarla con mano è diverso. Per cui complimenti a Napoli, alla sanità campana e a questi fantastici medici”.