Trentaquattro anni per vedere la luce, e ad accogliere la linea 6 c’è lo striscione “Scusate il ritardo”. Cita il film di Troisi, è di Legambiente, e a Napoli apre le proteste di piazza Municipio. All’inaugurazione dell’opera c’è la sfilata di autorità, ma non mancano i manifestanti. “Sono passati 30 anni, è costata quasi un miliardo – accusa Giovanni Natale, presidente di Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli – vogliamo sapere chi sono i responsabili di questi ritardi”. Una delegazione dell’associazione espone cartelli, il clima non è di benvenuto. “Si sono succeduti vari sindaci – ricorda Natale -, c’è una continuità di responsabilità verso i cittadini”. E inoltre è “un’opera invasiva per il territorio, la Villa Comunale è stata devastata, è crollato un palazzo”. Il richiamo è al crollo di un’ala del Palazzo Guevara di Bovino alla Riviera di Chiaia, il 4 marzo 2013. Insomma, “è un’opera – incalza il presidente di Cittadinanza Attiva – che privilegia il cemento e non il verde e la funzionalità”. Contro la linea su ferro anche Assoutenti. “Riteniamo non porti nessun vantaggio alla mobilità – afferma il delegato provinciale Antonio Di Gennaro -, ha creato solo una serie di problemi”.
Legambiente invece pretende le scuse dello Stato, per i tempi biblici di realizzazione. “Per una linea metropolitana di 5,5 chilometri” sottolinea la presidente regionale Maria Teresa Imparato. Quando si avviò il progetto, in Italia c’erano il pentapartito e la lira. “L’apertura – dice Imparato – è certamente una buona notizia, ma nel giorno in cui tutti esultano vogliamo accendere i riflettori sui tanti disservizi e sulle conseguenze che ogni giorno subiscono le migliaia di pendolari di Napoli e provincia”. E quindi non è un optional “la necessità di andare veloce per l’apertura di tutti i cantieri di opere utili”. Ma al taglio del nastro c’è chi è assente, e denuncia lo sgarbo. “Oggi si è assistito ad una vera passerella – attacca una nota di Antonio Aiello, segretario generale Uiltrasporti Campania -, al cospetto di ministri, sottosegretari, sindaci, assessori, consiglieri comunali, tutti presenti tranne le rappresentanze dei Lavoratori”. Il sindacalista non ci gira intorno. Gli operai “non erano presenti perché non sono stati invitati”. Le maestranze, infatti, servirebbero solo quando un’azienda “sta per fallire e si chiede loro sacrifici ed impegno”. O magari se “si va al voto”.
Le polemiche imperversano. Le invettive aleggiano sul vernissage, ma non guastano la festa. “Proteste davvero singolari nelle motivazioni” sorride l’assessore alla mobilità, Edoardo Cosenza. Per lui l’opera “è utilissima, serve 500mila abitanti”. Gli sprechi? Non aprirla mica avrebbe “fatto tornare indietro i soldi”. In modo pudico, il sindaco Manfredi la definisce una “linea molto travagliata”. Ma non nasconde “grande soddisfazione”. Sono 8 le stazioni, tra Chiaia e Fuorigrotta. All’interno anche opere d’arte, nel solco della linea 1 del metrò. Nei mesi estivi, l’orario d’esercizio sarà tra le 7 e le 15.30. L’entrata a regime è promessa nei prossimi mesi. Per adesso sono disponibili 5 treni, acquistati per i mondiali di Italia ’90. Sono stati revampizzati, per poter viaggiare sui binari più moderni. “Ovviamente oggi non c’è l’aria condizionata, preparatevi con i ventagli” sfotte il governatore Vincenzo De Luca, circondato dai cronisti. A partire dal prossimo anno saranno progressivamente inseriti 22 nuovi convogli.