Alla quinta sconfitta in 8 partite, Walter Mazzarri non sa più a cosa votarsi. Davanti alle telecamere di Dazn, a scanso di equivoci esordisce con “non parlo di arbitri”. Ma poi recrimina sull’espulsione di Matteo Politano (“era il nostro momento migliore”). Perché fino al primo rosso della gara, “l’unica squadra che poteva vincere era il Napoli”. Ne è convinto il tecnico, e mastica amaro. “Avevamo fatto di più, eravamo partiti benissimo” sostiene.
Difficile guardare il bicchiere mezzo pieno, in serate come queste. Lui ci prova. “Per me la strada è giusta”. Mazzarri, insomma, invoca l’ottimismo della volontà. La ragione, invece, indurrebbe al pessimismo. Il Napoli sembra a terra sul piano fisico, prima che mentale. E il successore di Rudi Garcia deve ammettere che “da quando siamo arrivati noi non era facile fare dei richiami per far ritrovare la brillantezza ad alcuni ragazzi”.
Sul piano tattico, resiste ancora il totem 4-3-3. “Quando ho parlato con il presidente – ribadisce Mazzarri – sono venuto perché mi piaceva la squadra dello scorso anno. Questo gioco mi piaceva, anche oggi abbiamo fatto il 68% di possesso palla”. Quindi “per ora la strada è giusta, in futuro si può anche cambiare”. L’involuzione, semmai, parla di altro. “Alcuni interpreti mancano e sono meno in forma. A livello di gioco giochiamo simile allo scorso anno, ma con gente meno in forma“. Ma allora, il problema? “Abbiamo il difetto di non concludere”. E hai detto niente.