Napoli – Un centinaio di persone in piazza, nonostante la pioggia, per dire no al “bombolone”, il progetto di maxi serbatoio di Gnl (Gas naturale liquefatto) a Napoli Est. Assemblea pubblica dai toni agguerriti in piazza San Giovanni Battista, contro l’ipotesi del deposito di stoccaggio da 20.000 metri cubi sulla litoranea di San Giovanni a Teduccio.
“Una bomba a orologeria in una zona ad altissima densità abitativa” denuncia la Rete Stop Gnl. Nella zona orientale, più che il deposito di gas, aspettano da anni le bonifiche post industriali. E dire che, per una volta, le istituzioni sono al fianco dei comitati civici. Al progetto di Edison e Q8, infatti, sono contrari Comune di Napoli, Regione Campania, Sesta Municipalità, Soprintendenza, Autorità Portuale. Tuttavia “il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – affermano gli attivisti – tarda a esprimere il suo parere definitivo”. I comitati paventano “il rischio di incidenti catastrofici connessi al Gnl, in un’area Sin poco distante dal Vesuvio”. L’anno scorso le due multinazionali petrolifere replicarono alle accuse. Dal loro punto di vista, ci sarebbe l’obbligo di “dotarsi delle infrastrutture necessarie per consentire il buncheraggio marittimo con Gnl”. Questo perché Napoli è un Porto Core. Cioè è inserito tra i nodi principali dell’asse Nord-Sud per il trasferimento di persone e merci tra paesi dell’Ue. Dinanzi all’opposizione del Comune, le società espressero “fondate perplessità e legittimi dubbi circa la strumentalità delle argomentazioni addotte a sostegno del parere negativo riguardanti tematiche che non rientrano nella competenza specifica dell’ente che le ha trattate ai fini del parere”. Il progetto è stato riavviato nel 2022, in seguito alla documentazione integrativa presentata da Edison e Q8. Il ministero della Transizione ecologica ha pubblicato un nuovo avviso al pubblico. Le due aziende evidenziano che il deposito sarebbe realizzato all’interno di un recinto industriale, presso il molo di Vigliena. E rimarcano come il progetto sia soggetto a procedura di sicurezza per il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti, connessi con determinate sostanze pericolose. Ma le rassicurazioni non bastano ai comitati di Napoli Est, cui stamane si sono uniti alcuni attivisti di Brindisi.
“Non c’è dubbio che il sistema governato ora dall’uno ora dall’altro – attacca la consigliera regionale Maria Muscarà (gruppo misto), presente alla manifestazione – vada verso impianti così impattanti, coi quali in pochi guadagnano e in tanti soffrono. C’è un mio progetto di legge in consiglio regionale che tenderebbe a individuare le aree ad alta criticità ambientale, realizzando una mappatura. E qualora i livelli di inquinamento fossero elevati, vieterebbe di ospitare altri tipi di impianti. Una legge di buon senso che dorme da anni nei cassetti della commissione ambiente, e che non vuole sostenere neppure chi sventola la bandiera dell’ambientalismo”.