Tempo di lettura: 3 minuti

Due agguati mortali in poche ore, tra giovedì sera e venerdì mattina. Due possibili fronti di guerra criminale, riaperti o forse mai chiusi. Dalla zona orientale a quella ovest, a Napoli un’altra pioggia di piombo.

Gli omicidi di Pasquale Manna e Antonio Esposito hanno una vicinanza temporale, ma probabili matrici diverse. Eventi, in pratica, scollegati tra loro. Sono vari i focolai, tra il capoluogo e l’hinterland. Una fibrillazione permanente percorre l’area metropolitana di Napoli, con la città epicentro magmatico. Più enigmatico l’assassinio Manna. Per gli investigatori “il più eclatante degli ultimi tempi, nell’area tra Ponticelli e Volla”. Una prima certezza: l’elevata caratura criminale della vittima, considerata il reggente del clan Veneruso, storicamente egemone nel comune di Volla. Secondo ambienti investigativi, si sarebbe inserito nella speculazione edilizia, sviluppata a Volla negli ultimi anni, e nell’affare dei petroli. Risulta che disponesse di un ingente patrimonio, a lui indirettamente collegabile. Scarcerato dieci anni fa, aveva mantenuto un profilo basso, attirando poco l’attenzione delle forze dell’ordine. Avrebbe, in sostanza, fatto un salto di qualità, diventando un boss imprenditore. Manna già nel 1998 era sfuggito a un agguato, a Casalnuovo di Napoli. Nel raid rimasero uccise altre due persone. Stavolta i killer hanno portato a termine la missione. Diverse le piste al vaglio. Una è l’epurazione interna alla cosca: le ricchezze accumulate da Manna potrebbero aver provocato malesseri. Un’altra riconduce al conflitto in corso a Ponticelli, nella cui orbita è attratta l’area confinante della provincia. A contrapporsi, i De Micco-De Martino e i De Luca Bossa. Nel risiko di camorra, con due grandi cartelli in campo, i primi sono considerati vicini al clan Mazzarella, i secondi all’Alleanza di Secondigliano. Anche il clan Veneruso è collegato all’Alleanza di Secondigliano, ma – a detta dei collaboratori di giustizia – con un profilo autonomo, caratterizzato da forte vocazione imprenditoriale. Tra i clan di Ponticelli la tensione resta latente, per riesplodere ciclicamente. Attribuire ai Mazzarella il delitto Manna, per un automatismo, potrebbe però essere frettoloso. Le prime indagini non escludono altro. Ad esempio, il business dell’importazione di carburanti dall’Est Europa. Della partita – secondo gli inquirenti – sarebbero tutti i clan della periferia orientale, ma anche i Moccia di Afragola. E gli interessi di Manna nel settore potrebbero aver generato contrasti. Divergenze divenute fatali.

Scenario differente per l’omicidio Esposito a Pianura, dove emergono ostilità di lungo periodo. Ma i sobbalzi coinvolgerebbero, in maniera diretta o indiretta, i clan dell’intera area flegrea. Per gli analisti, difatti, Esposito sarebbe stato vicino ai Vigilia, scissionisti del clan Grimaldi di Soccavo. Secondo le indagini, i Vigilia sarebbero alleati dei Carillo-Perfetto di Pianura, nemici degli Esposito-Marsicano-Mele. A dimostrare come le scosse di Pianura, e viceversa, abbiano effetti nelle aree vicine. Nei delicati equilibri criminali, un ruolo importante lo svolgerebbero i Sorianiello del Rione Traiano, alleati dei Vigilia. La loro roccaforte è in via Catone, a ridosso di Soccavo. Al Rione Traiano, tra l’altro, martedì un 39enne pianurese è stato ferito alla schiena, a colpi d’arma da fuoco. Non è ritenuto legato ai clan in guerra, tuttavia frequenterebbe elementi vicini ai Vigilia. Potrebbe essere stato un avvertimento: tutto si tiene, nei complessi intrecci della zona occidentale.

Omicidio a Ponticelli, la vittima è il 58enne Pasquale Manna

Omicidio a colpi di pistola nel quartiere di Pianura: sul posto i carabinieri

Pianura, 39enne ferito alla schiena da colpi di pistola