Antonio Conte ha risposto a diverse domande in una conferenza stampa che ha toccato vari temi, dalla crescita del Napoli alla gestione della rosa, fino all’imminente sfida contro la Juventus. Il tecnico ha parlato con la consueta determinazione, mettendo in evidenza il suo approccio alla squadra e al campionato, ma anche l’importanza di ogni singola partita.
Sul percorso da allenatore: “Io cerco sempre di essere migliore. Non solo rispetto ai tempi della Juventus, ma anche rispetto a ieri. È inevitabile che tu nel tuo percorso immagazzini esperienza e cresca, sotto ogni punto di vista. Oggi, se vuoi rimanere in scia, devi continuare a studiare, evolverti e migliorare, sia dal punto di vista della psicologia con i ragazzi, perché c’è da gestire un gruppo, sia nei rapporti umani con chi lavora nel club, dai dirigenti ai presidenti”.
“Siamo all’inizio di un percorso,” ha dichiarato il tecnico azzurro. “Anche se questo percorso l’abbiamo affrontato in maniera spedita, non ti puoi svegliare dall’oggi al domani e dire: ‘Oggi sono pronto a vincere.’ Serve tempo per ottimizzare il lavoro, per tirare fuori il meglio da tutti noi stessi. Non possiamo pensare di essere già alla fine di un processo dopo soli sei mesi. Significherebbe non dare il giusto valore al tempo e al lavoro.”
Alla domanda sul guadagno di 12 punti sulla Juventus nelle ultime 16 partite, con il distacco attuale che si è allungato a +13, Conte ha risposto così: “Rispetto al Milan, all’Inter, alla Juventus, all’Atalanta, l’anno scorso quanto siamo arrivati dietro? Ogni tanto sarebbe importante ricordarlo. Perché, oltre al distacco che si è creato quest’anno, diciamo che il ‘gap’ rispetto all’anno scorso oggi ce lo siamo dimenticati tutti quanti.”
Tifosi a Capodichino: “In quel momento, vorrei chiarire una cosa: non ho preso il microfono di mia iniziativa. Il microfono mi è stato dato. È giusto che questo venga detto,” ha precisato Conte. Ma poi ha aggiunto: “Dire due parole era il minimo che potessi fare per me e per la squadra. Penso che, al giorno d’oggi, dire un grazie sia sempre più raro. E io mi sono sentito in dovere di farlo. I nostri tifosi, sia prima del viaggio a Bergamo che dopo, si sono riversati in massa per sostenerci in una maniera incredibile. Sono situazioni che ti fanno percepire dove sei, che passione c’è e come viene vissuto il calcio qui a Napoli. Questi momenti rimangono dentro, li porterò sempre con me, a prescindere”.
Le sfide contro le big: “Non c’è una partita in particolare che si possa definire ‘normale’. Ogni gara è speciale per i tifosi, ma per noi ogni partita conta per i tre punti.”
Sulla Juventus: “La Juventus è un osso duro. Quest’anno nessuno è riuscito a sconfiggerli. Noi dobbiamo prepararci a una battaglia, ma senza mai perdere di vista il nostro percorso. Squadre imbattibili non esistono. Prima o poi devi perdere. La Juventus, così come il Milan e l’Inter, è una squadra che va rispettata. Ogni anno partono per vincere, e questo è un obiettivo che non cambia mai.”
Il mercato e i rinforzi: “Ogni sessione di mercato è un’opportunità per migliorare. Se non sarà adesso, sarà a giugno, dobbiamo farlo. Se arriverà qualcuno che possa migliorare il gruppo, ben venga. Se non arriverà nessuno, ce ne faremo una ragione. Questa rosa andrà sicuramente rinforzata in maniera importante. Se riusciremo a rientrare in Europa, oggi siamo pochi.”
Le condizioni di Buongiorno: “Alessandro ha iniziato questa settimana a lavorare con noi. Sta facendo una preparazione fisica, ha perso un bel po’ di massa muscolare. In questi casi è molto importante avere un feedback diretto con il calciatore. Non mi è mai piaciuto forzare nessuno, l’infortunio deve essere autogestito anche mentalmente. Noi lo ascolteremo, quando dirà ‘sono pronto’, tornerà a giocare.”