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Dal Teatro di Dimaro, in piazza della Madonna della Pace, Antonio Conte ha tenuto una conferenza stampa, a soli tre giorni dall’inizio del ritiro estivo della squadra. La conferenza ha rappresentato un’occasione fondamentale per delineare le strategie di mercato, la mentalità del gruppo e le aspettative per la stagione futura. Una conferenza che ha mostrato un allenatore determinato a costruire un Napoli competitivo, con una chiara visione strategica e una forte enfasi sulla mentalità e il lavoro di squadra. La stagione che si prospetta è carica di aspettative, con l’obiettivo di cancellare la delusione della passata stagione e puntare a nuovi successi. Conte ha subito affrontato il tema del mercato, dimostrando una chiara visione sulle mosse da fare per rafforzare il Napoli sia nel presente che nel futuro. Ha parlato dei nuovi acquisti come Rafa Marin e Buongiorno, descrivendoli come giovani di prospettiva che possono diventare colonne portanti della squadra negli anni a venire: “Sul mercato stiamo dando dimostrazione di avere una visione chiara sulle cose da fare. Per un club come Napoli è giusto operare per il presente e per il futuro. Rafa Marin ha buone prospettive, un giovane, lo stesso per Buongiorno, anche lui giovane, prospetti che per anni possono essere colonne. Si ragiona anche sul presente per migliorare e c’è stata una grande occasione con Spinazzola e l’abbiamo colta. Stiamo facendo mercato in modo giusto, quello che deve fare il Napoli”. Non è mancato un riferimento alla deludente stagione passata. Conte ha sottolineato come le esperienze negative possano essere trasformate in insegnamenti utili per il futuro, ma ha anche esortato la squadra a mettere da parte il passato e concentrarsi sul presente: “Le scorie della scorsa stagione non sono ancora passate, è inevitabile. È stata una stagione deludente sotto ogni punto di vista. Gli ho detto di concentrarci e di mettere una pietra sopra la scorsa annata. Abbiamo comunque l’esperienza della scorsa stagione che ci servirà per diventare più esperti. Quello che è stato in passato è giusto che lo si metta in un cassetto, che sarà tirato fuori in caso di difficoltà”. Riguardo alla mentalità, Conte ha sottolineato il cambiamento necessario sin dal suo arrivo, ponendo il Napoli al centro di ogni discussione e strategia. Ha lodato il club e i giocatori per aver compreso e adottato questa nuova visione: “Penso che sia stato difficile riallineare la situazione sin dal mio arrivo, ponendo il Napoli al centro di tutto. È una situazione che ci permette di stare già un passo avanti. Il merito è del club e dei giocatori che hanno capito determinate cose”.

Conte ha parlato di Victor Osimhen, definendolo un top player e sottolineando l’importanza del suo atteggiamento e lavoro. Pur ammettendo incertezze sul futuro del giocatore, Conte ha ribadito l’importanza di concentrarsi sul presente: “Victor è un top player. Lui è un calciatore del Napoli e sa benissimo che deve lavorare ed aver il giusto atteggiamento. C’è quel tipo di accordo di cui abbiamo parlato, ma non so come andrà a finire. Quello che avverrà dopo è relativo, per me conta il presente, a partire già dall’allenamento che si terrà oggi pomeriggio”. Sul tema delle quotazioni scudetto, Conte ha invitato alla prudenza, riconoscendo il grande margine che separa il Napoli dall’Inter e altre squadre di vertice. Ha inoltre sottolineato l’importanza di rimanere concentrati su se stessi e di migliorare per tornare nelle Coppe europee: “Questo gap con l’Inter non si può colmare in pochi giorni. Penso che quando si fanno dei pronostici bisogna essere ragionevoli, altrimenti si rischia di dire cose non veritiere. Sappiamo che c’è un gran margine dalle altre. Inoltre è andato via un simbolo come Zielinski, che rinforza l’Inter. Poi potremmo perdere il giocatore più forte (Osimhen, ndr.), e ciò stravolgerebbe ancora tutto. A me non fanno paura le previsioni, accetto la pressione. Noi dobbiamo far parlare gli altri e rimanere concentrati su noi stessi. Abbiamo il dovere di migliorare e tornare nelle Coppe europee dopo la stagione scorsa che non è accettabile”.

Conte ha condiviso le sue emozioni nei primi giorni di ritiro, descrivendole come intense e positive, riportandolo ai ricordi dei ritiri con le sue precedenti squadre: “Ho provato delle emozioni tanto forti a ritornare a svolgere un ritiro. Queste emozioni mi hanno riportato al passato, dove ho pensato ai vecchi ritiri con le mie ex squadre. Sono comunque emozioni positive che mi stanno facendo bene”. Conte ha riflettuto sulla necessità di gestire sia la vittoria che la delusione con equilibrio, evitando eccessi negativi. Ha sottolineato l’importanza di non distruggere tutto a causa di una stagione fallimentare, ma di costruire su basi solide per ritornare ai vertici: “L’annata fallimentare e ricca di errori sorge da una mancata gestione della vittoria. Allo stesso tempo è difficile gestire anche la delusione, perché può esserci un eccesso in negativo attorno alla squadra. C’era molta negatività dal presidente, alla squadra fino alla tifoseria. Quando c’è tanta delusione si pensa che tutto è sbagliato. Non si può avere un eccesso da questo punto di vista, altrimenti ci vuole una vita per ricostruire il tutto. L’analisi che ho fatto e che non doveva essere buttato via tutto, perché non era giusto. Ci sono dei valori che non possono essere svaniti nel giro di un anno. Penso che si sia instaurato un rapporto diretto dove dirò sempre ciò che penso, sia che sia giusto che sbagliato, ma solo per il bene del Napoli. L’obiettivo era non distruggere tutto a causa di una forte delusione. Bisogna essere equilibrati, soprattutto per poter ritornare ai vertici”.

L’allenatore ha affrontato il tema del mercato, mettendo in evidenza la complessità di attrarre giocatori di alto livello quando non si partecipa a competizioni europee. Tuttavia, l’acquisto di Buongiorno, nonostante il decimo posto della scorsa stagione, rappresenta un segnale positivo di consapevolezza e determinazione per il club: “Il fatto di aver acquistato Buongiorno nonostante un decimo posto ci deve dare grande consapevolezza. Non facendo la Champions e nessuna competizione è difficile aver appeal. La società mi ha ribadito che non cambierà la strategia sul mercato e sugli investimenti. Con la base che abbiamo si può ricostruire qualcosa di importante”. Il tecnico del Napoli ha poi parlato della gestione di alcuni giocatori chiave, sottolineando il ruolo cruciale del presidente e del club nel mantenere un equilibrio e nel prendere decisioni strategiche corrette. Ha elogiato la gestione dei casi di Di Lorenzo e Kvaratskhelia, riconoscendo la fiducia accordatagli dal presidente: “Il presidente mi aveva promesso di aver voce in capitolo sui ragazzi. Mi era stato promesso questo dal presidente, ed è stato così. Il merito va al club, perché si è agito nella giusta maniera su Di Lorenzo e Kvara. Di Lorenzo l’anno scorso si era legato a vita al Napoli, e l’estrema delusione poteva sconvolgere il suo futuro. Io sono stato un’equilibratore in questo senso. Va dato onore al presidente ed al club”.

Il mister ha poi parlato delle soluzioni tattiche che adotterà la squadra nella prossima stagione: “Lavoreremo su un tipo di costruzione che si può utilizzare sia a 4 che a 3. Nel momento in cui serve equilibrio bisogna dare certezze, ma durante il campionato avremo la possibilità che senza cambiare costruzione si può cambiare solo pressione, può diventare un 4-4-2 e non un 4-3-3. Si può inserire un attaccante trequarti o un centrocampista. Col 4-3-3 la pressione alta un centrocampista si alza vicino all’attaccante, con un trequarti o Raspa è lui che si alza vicino alla punta in pressione. Il mercato è fatto in funzione di questa idea, Buongiorno può giocare da centro-sinistra a 4 o centrale a 3, non dimentichiamo Olivera che lo vedo anche da braccetto di sinistra oltre che da terzino, così come Di Lorenzo, cercheremo di valorizzare le caratteristiche dei giocatori, quindi la qualità di Kvara, Politano, lo stesso Lindstrom, Ngonge, possono venire anche dentro e qualcuno poi deve aprirsi. Tatticamente la situazione è chiara, dovremo essere intensi, non voglio una squadra passiva ma che faccia la partita. Poi a parole si possono fare gli scienziati, vorremmo essere dominanti e dire tante cose, poi l’altra squadra è più forte e ti mette là dietro e ti devi mettere l’elmetto, perciò parliamo poco, pochi proclami e più bello sarà sorprendere, ma il mercato è finalizzato a questo”.

L’allenatore ha parlato anche del futuro di Gaetano e Folorunsho: “Lo dico senza mezzi termini, la coppia Lobotka-Anguissa sia una delle più forti in assoluto che oggi ci sono. Detto questo, ho visto Frank oggi, anche nella parte finale sono stati utilizzati in quella maniera e Cajuste si alzava. Dietro abbiamo Cajuste che devo essere bravo a tirargli fuori un po’ di cattiveria, è un ragazzo che ha potenzialità importanti sotto tutti i punti di vista. Poi abbiamo Folorunsho che io vedo lì, può diventare importante, è inevitabile che ci dovrò lavorare. C’è una visione, poi durante i ritri farò valutazioni su alcuni elementi e mi è stato chiesto di farle. Gaetano è un giocatore che sono curioso di vedere, poi capisco anche che ci sia la voglia di alcuni che giocano meno di volersi mettere alla prova, ma stiamo facendo valutazioni, ora abbiamo appena iniziato. I calciatori devono sapere una cosa: in ogni caso diventeranno giocatori migliori, in tutto, poi faremo una squadra che dia fastidio. Dobbiamo dare fastidio, ecco”. Partire bene per scrollarsi la delusione della passata stagione: “Dà morale, fiducia, detto quesdto ho visto partenze a razzo e finali… ecco, non lo dico. Sarà importante per l’entusiasmo, ma è questione di lavorare per bene, costruire qualcosa di strutturato per tutta la stagione. Poi è chiaro che si vuole iniziare bene”. Poi il tecnico ha parlato del ruolo che avrà Oriali: “Ci siamo conosciuti in nazionale, quando io arrivai come CT e mi fu chiesta una figura. Mi furono chiesti amici tra i calciatori, a me però questo non mi interessa e Tavecchio mi propose Oriali. Dopo 10 minuti dissi è lui la persona giusta. All’Inter l’ho riportato con me, a Napoli ho chiesto che mi accompagnasse in quest’esperienza. Lele è una persona che potrebbe stare a casa con i nipoti, ma ha accettato con entusiamo. E’ il mio braccio destro nella gestione, con i calciatori io chiarisco la sua posizione, anche se la chiarisce da solo. E’ una persona che ha scritto la storia, molto conosciuta nel calcio, conosce i tempi, ha fatto il dirigente, poche parole e tanti fatti come piace a me. Mi aiuterà nella gestione con i ragazzi al campo, ma anche con i dirigenti ed il presidente. Sono contento che sia venuto con entusiasmo”. Sulla preparazione: “Yoyo test lo faremo in corso d’opera, da ieri abbiamo iniziato a lavorare in maniera giusta, l’approccio non può essere subito duro anche se per alcuni l’approccio soft può sembrare subito duro. Abbiamo iniziato a lavorare tatticamente e fisicamente, ho trovato disponibilità, se vuoi fare un calcio aggressivo devi averlo nelle gambe, altrimenti resta un’idea. Lavoreremo il giusto, io ho lavorato tanto da calciatore, non c’è paragone oggi con quello che abbiamo fatto noi. Quando a volte mi dicono se davvero facevano quelle corse… è inevitabile che c’è una metodologia e servirà un adattamento, ma ha sempre dato frutti e la porteremo avanti includendo anche un miglioramento di stress, di fatica, resilienza, tutte situazioni su cui non si lavora più”. Il reparto che si deve risistemare da subito: “Non possiamo pensare che subiamo 48 gol è colpa della difesa o del portiere. E’ colpa della fase difensiva, magari fatta in maniera non feroce rispetto a due anni fa, forse superficiale. Nell’anno dello Scudetto c’era più determinazione, ma non perché mancava l’anno scorso perché mentalmente non facevi quella cosa con la stessa ferocia, la vittoria ti porta ad essere ottimista, i dettagli fanno la differenza nei top club. Servirà ritrovare quella ferocia di due anni fa nelle due fasi. Dobbiamo ritrovarla, lo dicono i numeri, con 48 gol non torni in Europa”. Sui ruoli di Raspadori e Lindstrom: “Lindstrom l’ho incontrato in Champions col Tottenham, l’Eintracht giocava 3-4-2-1 e faceva uno dei sottopunta stando dentro o allargandosi. Cercheremo di rispettare le sue caratteristiche, come per tutti. Giacomo per me lui è un calciatore che nella costurzione a cui lavoriamo non può andare in fascia, giocherà sempre dentro e può essere uno dei due sottopunta. Proveremo a metterli in condizione, poi mi aspetto risposte da tutti”.