Niente tris per la Lazio che, dopo due vittorie contro il Napoli – prima in campionato e poi in Coppa Italia – rischia di subire la prima sconfitta al cospetto dei partenopei ma si salva nel finale quando l’inerzia del match sembrava nelle mani ospiti. All’Olimpico finisce 2-2 con il vantaggio del danese Isaksen e la risposta immediata di Raspadori, poi l’autogol di Marusic che sembrava aver indirizzato il match prima del sinistro firmato Dia che fa sfumare i sogni di gloria partenopei. Il terzo pari di fila, con quattro punti persi nel giro di 14 giorni solo all’Olimpico, rischia di pesare molto in chiave campionato per la squadra di Antonio Conte. Il pareggio espone poi entrambe le squadre agli esiti del match di domani tra Juventus e Inter, con i biancocelesti che potrebbero essere raggiunti dalla squadra di Motta e gli azzurri a rischio sorpasso da parte dei nerazzurri. Conte deve gestire l’assenza di Neres, fermato da un infortunio e sostituito da Raspadori, ma recupera Buongiorno che riprende il proprio posto in difesa. Mentre dall’altra parte Baroni deve fare i conti con le assenze di lungo corso di Hysaj, Patric e Vecino e porta in panchina Dia, non al meglio a causa di un problema alla caviglia e ai box praticamente per tutta la settimana. L’inizio è da fuochi d’artificio; bastano sei minuti ad Isaksen per sfoderare un sinistro dal limite che si infila sotto la traversa senza che Meret riesca a metterci la mano per deviarla in angolo. Ma il Napoli non si perde d’animo e, sette minuti dopo, trova il pari. La scelta di Conte di puntare su Raspadori paga subito con Provedel che sbaglia il rinvio, la palla finisce proprio all’ex Sassuolo che si mette in proprio e, appena dentro l’area, calcia di sinistro con la sfera che passa sotto le gambe del portiere biancoceleste. Baroni è costretto a rinunciare a Castellanos, fermato da un problema muscolare e costretto a chiedere il campo, al suo posto dentro Noslin. Il cambio non modifica più di tanto l’assetto, ma pesa sulla mente laziale. Il Napoli cerca di approfittarne prendendo le redini del gioco in mano, ma non riesce a creare grossi pericoli alla porta laziale. L’avvio della ripresa, invece, potrebbe aprirsi come la prima frazione ma stavolta il sinistro di Isaksen, molto libero per concludere su assist di Tavares, non trova la porta sfiorando l’incrocio. A pagare, invece, è la scelta di Conte che inserisce Politano, autore dell’iniziativa sulla destra che porta allo sfortunato autogol di Marusic, alla 300/a presenza con l’aquila sul petto, dimostrando come la fortuna premi sempre gli audaci. La Lazio preme, trova il pareggio con Zaccagni in mezza rovesciata ma in fuorigioco. E quando ormai sembra tutto scritto, ecco che arriva Dia a regalare il 2-2 ai biancocelesti – 14/o gol dalla panchina per Baroni – che fissa il punteggio e porta le due squadre a spartirsi la posta in palio chiudendo il match senza vinti e senza vincitori. Una rete, quella del senegalese, che riscrive la storia del match e, forse, anche quella di un campionato che, adesso, potrebbe non essere più solo e soltanto nelle mani del Napoli.
LAZIO-NAPOLI 2-2
Marcatori: 6′ Isaksen (L), 13′ Raspadori (N), 19′ st aut. Marusic (N), 42′ st Dia (L)
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares (37′ st Lazzari); Guendouzi, Rovella; Isaksen (37′ st Tchaouna), Pedro (29′ st Dia), Zaccagni; Castellanos (27′ Noslin). Allenatore: Baroni
Napoli (3-5-2): Meret; Rrahmani, Buongiorno (17′ st Politano), Juan Jesus; Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, McTominay, Mazzocchi (40′ st Marin); Lukaku, Raspadori. Allenatore: Conte
Arbitro: Massa
Ammoniti: Anguissa (N), Juan Jesus (N), Zaccagni (L), Rovella (L)