Musiche dei Ricchi e Poveri e perfino dei disinibiti (per gli anni ’70) Village People, piene di brio e allegria, ma eseguite alla commemorazione dei martiri antifascisti delle 4 Giornate di Napoli. E scoppia la polemica al Vomero, dopo la cerimonia di stamattina. Anche perché ad eseguirle è stata la sempre inappuntabile banda dell’Arma dei Carabinieri. Di “un esito tanto sconcertante quanto imprevedibile” parla una nota di Salvatore Pace, consigliere municipale del gruppo misto al Vomero Arenella. A organizzare la tradizionale manifestazione è stata proprio la municipalità 5.
L’evento si è aperto con il corteo studentesco, da piazza Vanvitelli a Piazza 4 giornate. “Alla fine, dopo l’accorato discorso commemorativo agli studenti da parte del rappresentante dell’Anpi – racconta Pace -, la banda dei Carabinieri ha attaccato “Ma non tutta la vita” dei Ricchi e Poveri, poi “‘a città e Pullecenella” e a seguire “Ymca” dei Village People”. Stando ai testimoni, la sequenza musicale ha suscitato le proteste di alcuni dei presenti. “Mentre risuonava la pop-dance e – afferma il consigliere- l’emiciclo dei giardini “Antonio Amoretti” diventava un’arena, il Direttore della banda affermava che il repertorio era stato inviato dal Comando, negando la possibilità di suonare almeno “Bella Ciao””. Insomma, siamo quasi all’incidente diplomatico.
Pace riferisce di una commemorazione trasformata in “grottesca festa di piazza”. E pure di “atto diseducativo per i giovani”. Ma la polemica assume contorni politici. L’accaduto sarebbe stata cioè una “ignobile operazione politica”. Una scelta “comprensibilmente gradita al Governo”, ma tuttavia “avallata dalla Municipalità” guidata dal centrosinistra. Quest’ultima, secondo Pace, “avrebbe potuto, volendo, interrompere questa oscenità e che se ne deve assumere tutta la responsabilità e la vergogna”. All’affondo arriva una risposta. Diversa è infatti la ricostruzione di Clementina Cozzolino, presidente della Municipalità 5. Nelle sue parole, la cerimonia è stata programmata alternando omaggio alle vittime e attimi di spensieratezza. Considerando anche un fisiologico “calo dell’attenzione degli studenti”, a un certo punto della mattinata. “Volevamo entrare allo Stadio Collana e – spiega – fare lì un momento di festa con un palco, ma quest’anno non abbiamo potuto realizzarlo. Però questa commemorazione è anche un’occasione per inneggiare a democrazia e libertà, facciamo sentire i ragazzi fieri di questo”. Cozzolino sottolinea che “abbiamo marciato sulle strade del Vomero cantando Bella Ciao con i ragazzi, dopo il saluto iniziale dell’assessore Striano”. In piazza Quattro Giornate, quindi, “ci aspettava la fanfara dei Carabinieri, è stata depositata la corona di fiori, c’è stata la testimonianza del figlio del partigiano Antonio Amoretti”. E inoltre “abbiamo concluso la cerimonia con l’inno di Mameli”. La presidente però invita a “non strumentalizzare politicamente la vicenda”.