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Chiedono la riapertura delle indagini i familiari di Giovanna Bifulco Accardi, la 44enne deceduta il 3 febbraio 2004 in una clinica del Vesuviano, secondo gli avvocati dello Studio Associati Maior,a causa di una catena di omissioni e negligenze mediche”.
Un convincimento, quello della famiglia e dei legali, viene sottolineato nel comunicato, basato sulle risultanze di alcune relazioni, tra cui quella del consulente tecnico nominato dal tribunale che “ha confermato le gravi negligenze mediche, riconoscendo che ‘i mancati controlli dei sanitari hanno determinato il non riconoscimento della gravità del caso clinico'”.
Tra l’altro, “il procedimento penale avviato in seguito al decesso – si legge ancora nel comunicato dello Studio Associati Maior – evidenziò, tramite la consulenza tecnica disposta dalla Procura, gravissime omissioni mediche, tra cui l’assenza di visite adeguate e la prescrizione di farmaci senza un corretto inquadramento clinico. Tuttavia, nonostante queste chiare censure, il caso venne archiviato attribuendo la morte della donna a una “complicanza virale imprevedibile”.
Oltre alla denuncia-querela già depositata all’autorità giudiziaria per la riapertura delle indagini, i familiari di Giovanna Bifulco hanno avviato un’azione di sensibilizzazione istituzionale, viene sottolineato, “affinché tragedie simili non restino impunite”.