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NAPOLI – Pochi sanno battersi il petto e piangere lacrime di coccodrillo come i politici. Oggi, che a 89 anni ci ha lasciato Liliana de Curtis, la figlia di Antonio, il principe della Risata, ne ha dato un altro saggio.

Ai commenti addolorati e di cordoglio, infatti, quasi immancabile è andato l’accenno al Museo di Totò che da qualche decennio amministratori, sindaci, assessori di Napoli promettono, ma che nessuno finora ha realizzato.

Tutt’al più – si è fatto notare – ci si è fermati all’ingresso di un appartamento al primo piano del Palazzo dello Spagnolo, alla Sanità (il quartiere di Totò) dove è stata sistemata una maschera del Principe. Ma nulla di più. 

Totò vive nella cultura napoletana, nei modi di dire, nelle battute dei suoi film che anche i più giovani ripetono a memoria. Ma un posto che lo ricordi come voleva la figlia e come vorrebbero migliaia di suoi estimatori, ancora non c’è.

“Da oltre 20 anni, Liliana, come tanti napoletani e ammiratori del grande artista, aspettava l’apertura del museo che però resta ancora un progetto mai realizzato, simbolo del vergognoso mix tra inefficienza amministrativa, mala burocrazia e cialtronismo diffuso”, ha riassunto il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli.
 
“Il Comune di Napoli, da 22 anni, ha in comodato d’uso un’area per realizzare il museo. Ma, ad oggi, siamo ancora lontani dall’apertura. Ora, sarebbe bello onorare la memoria di Liliana e del papà realizzandolo, finalmente: finora, sono stati spesi tanti fondi, ma con risultati praticamente pari a zero”.
 
“Se, poi, il Comune non è in grado di fare il museo – ha concluso Borrelli – la Regione non rinnovi il comodato d’uso e procedi autonomamente”.