Napoli – “Mi chiamo Roberto Murolo, lavoravamo insieme, si ricordi? Adesso mi sono trasferito a Dusseldorf, dirigo una ditta con 30 dipendenti”. Sono le 12..30 ai Portici di Via San Giacomo, nella “City” di Napoli.
“Roberto Murolo” arriva a bordo di una utilitaria nuovissima. 50 anni circa, capelli corti appena brizzolati e curati, maglioncino in lana. Durante l’ approccio al suo interlocutore, fermato all’uscita da una banca, le auto dietro suonano il clacson, e lui invita l’interlocutore: “Sali a bordo un attimo – Possiamo darci del tu?” Seguono complimenti, richiesta di notizie su famiglia e figli e poi il “regalo” all’ interlocutore di due orologi, apparentemente costosi e di marca, in eleganti astucci. “Dovevo consegnarli ad un notaio, ma purtroppo è morto. Sai che faccio, li dò a te. Mi fa piacere di averti rivisto. Uno è per la tua compagna”.
Di fronte alla perplessità dell’interlocutore insiste: “Accettali, non essere imbarazzato”. Poi, vinta la resistenza, la richiesta: “Ti chiedo solo di non farmi pagare la tassa di importazione. Quanto puoi darmi ?” E’ una variante della truffa, in atto da anni, del “sono il cugino di…. ti ricordi ? Ho bucato una ruota, mi puoi prestare qualcosa ?”