Aumenti tariffari per la metropolitana Anm, ma le associazioni non apprezzano. C’è chi esprime dubbi, in attesa di approfondimenti, e chi protesta apertamente. Da lunedì 6 maggio, passa ad 1,50 euro il biglietto per la linea 1 e la linea 6 (di prossima apertura). “Come già avviene – spiega sui social il consorzio UnicoCampania – per i servizi ferroviari Eav e Trenitalia nell’ambito del Comune di Napoli“. Resta invariato (per ora), il prezzo di 1,30 euro su bus e filobus urbani, tram e funicolari Anm. I precedenti titoli da 1,30 euro, già acquistati dagli utenti, potranno essere utilizzati anche sulla metro, fino ad esaurimento scorte. Ma la novità non trova molti consensi. “Non si comprende assolutamente – afferma Antonio Di Gennaro, delegato provinciale mobilità di Assoutenti – per quale motivo andare in metro ed in ambito urbano, con solo biglietto di Corsa Semplice, ed anche magari per una sola fermata, debba costare di più che su qualsiasi mezzo di superficie o che sulle funicolari”. Per Di Gennaro si tratta di “una decisione improvvida ed improvvisa che andrebbe giustificata”. Il rappresentante di Assoutenti chiede “sia annullato tale assurdo provvedimento”, invocando un confronto con l’assessore Edoardo Cosenza e l’Anm. Di Gennaro, inoltre, preannuncia segnalazione all’Autorità per la Regolazione dei Trasporti.
Qualche perplessità, con cautela, mostra Giovanni Berritto, presidente di Federconsumatori Campania. “Vogliamo capire in ragione di che cosa avvengono questi aumenti” dice. “È vero – aggiunge Berritto – che c’è stato l’incremento dell’energia elettrica, ma vogliamo capire su cosa si basa quest’aumento, nell’ambito della nostra necessità, per la tutela degli utenti”. E se “le risposte non saranno soddisfacenti, metteremo in campo tutte le iniziative consentite”. Anche per Franco Di Mauro (Rete sociale No Box – Diritto alla Città) “sicuramente un aumento dei costi non è mai apprezzato. In particolare perché colpisce di più le fasce deboli”. A ciò si aggiunga “la insufficienza delle frequenze e la cattiva manutenzione” della linea 1. Dai No Box arrivano però delle proposte migliorative. “Almeno – dichiara Di Mauro – si prevedesse contestualmente un biglietto per due corse (es. 2 euro) per favorire ed incoraggiare la mobilità con il trasporto pubblico“. E poi “perché non prevedere il ripristino della corsa ‘studenti/operai che ai miei tempi costava prima delle 8 (andavo a scuola) 20 lire ed oggi potrebbe costare ad esempio 1 euro?”.
Pure Fiab Napoli Cicloverdi ritiene “del tutto ingiustificato l’aumento” comunica la presidente Teresa Dandolo. “Tale costo aggiuntivo – spiega – non corrisponde a una maggiore qualità del servizio erogato“. Diverse sono le lamentele. “Visto finalmente l’arrivo di nuovi treni – sostiene Dandolo -, si sarebbe anche potuto prevedere di poter trasportare le biciclette, oltre le pieghevoli, riservando dei vagoni per le bici, e anche realizzando delle canaline per agevolare il trasporto nelle stazioni“. Ma quello che “colpisce è soprattutto il paragone con le altre città“. A Roma, infatti, 1.50 euro “si paga per la corsa della metro, ma è associata comunque una percorrenza di 90 minuti su tutti gli altri mezzi”. Netta l’esponente della sigla ambientalista: “Promuovere la mobilità sostenibile significa esattamente questo: incentivare l’uso del trasporto pubblico, non aumentando i costi ma offrendo più servizi”.
Negativo inoltre il parere di Biagio Palumbo, vice presidente dell’Associazione De Bustis dei mercatali dell’omonimo mercatino di piazza degli Artisti, all’Arenella. “Le lunghe attese tra una corsa e l’altra e – ricorda – i tanti disagi vissuti dai cittadini a causa di ripetuti scioperi e malfunzionamenti, rendono incomprensibile l’aumento del costo del biglietto”. Tuttavia “agevolazioni per operai, studenti e diversamente abili, aumento delle corse con diminuzione dei tempi di attesa ed estensione dell’orario di chiusura sarebbero valide motivazioni che renderebbero meno ‘amaro’ l’aumento del biglietto”. Secondo Palumbo, “se si chiede ai cittadini di rispettare l’ambiente riducendo l’uso dell’automobile si deve dare almeno una valida alternativa di trasposto pubblico”. Altrimenti “ci saranno inevitabilmente dei problemi che ricadranno principalmente e pesantemente nel settore commerciale, già sofferente dalla grande distribuzione e vendita online“.