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La congiuntura non è favorevole, la scorsa stagione non è stata esattamente una vetrina per mettere in mostra i gioielli di famiglia, dall’Europa quest’anno non arriverà un euro ed ecco che il mercato del Napoli va in stallo. Attenzione però, non solo quello del Napoli.

È come il meteo, succede qualcosa in Africa o al Polo Nord e il tempo cambia pure da noi. Nel pallone, stavolta il battito d’ali della farfalla si verifica in Premier League e si chiama Profit and Sustainability Rules, ovvero regole sul profitto e la sostenibilità. Il PSR prevede che i club possano perdere al massimo 105 milioni di sterline nell’arco di tre anni, ma attenzione questo vale solo se i proprietari acquistano azioni per 90 milioni. Senza questa condizione, le perdite possono essere al massimo di 15 milioni a stagione. Niente prestiti dai proprietari agli stessi club, quindi.

Il PSR ha cominciato ad assumere le sembianze del mammone destinato a spaventare il calcio inglese con i punti di penalizzazione all’Everton e al Nottingham Forest. Una cosa tipo: vuoi vedere che stavolta si sta facendo sul serio? La prima conseguenza è stato un mercato di gennaio praticamente congelato e non per il freddo. La seconda un transfer market estivo in cui qualche affaruccio si sta facendo, ma niente di paragonabile al recente passato. Al momento è in testa Leny Yoro che il Manchester United ha prelevato dal Lille per 58.9 milioni di sterline. Il resto sono operazioni da 20 o 30 milioni, robetta.

Se la Premier non spende e spande chi resta? Il Bayern ha preso Olise dal Crystal Palace e Palhinha dal Fulham a una cinquantina di milioni a testa, poi Hiroki Ito dallo Stoccarda a 25 e l’ala del Granada Bryan Zaragoza low cost a 13 milioni. I bavaresi sono comunque un club virtuoso, spendono quello che possono e infatti da oltre 30 anni chiudono il bilancio in utile.

Il Psg spende ma pure sta stringendo i cordoni della borsa, se oggi mette sul piatto 80 milioni di euro per Osimhen mentre ne ha spesi 95 per Kolo Muani appena un anno fa. Pare inoltre che i francesi si siano messi sulle tracce di Nico Williams, che dopo uno straordinario europeo sembrava in viaggio per Barcellona anche se l’Athletic Bilbao non ha mai smesso di fare resistenza. La sua clausola è di 58 milioni, robetta rispetto alle somme a tre cifre di Victor Osimhen e Viktor Gyokeres, omonimi e compagni di ventura in un mercato che non sembra più così spendaccione da assicurarsi le loro grazie.

Cosa succederà con Osimhen? È questa la domanda che incombe sul mercato del Napoli e sembra non averci azzeccato chi ha continuato a dire che in realtà era già venduto da mesi. Oggi il Napoli ha dichiarato via social con un comunicato breve dalla forma un po’ scalcinata che Hermoso non interessa. Se sarà un’altra prova che il calcio è bugia non è dato saperlo, ma certo è che se non si sbloccano operazioni in uscita non è lecito sognare al momento colpi in entrata. In primis Lukaku che viene ritenuto bloccato, non ha un grande mercato, ma potrebbe anche decidere di andarsi a prendere soldi facili nella Saudi League che non dice no a nessuno.

Lindstrom sembra invece avviato in prestito all’Everton. Diritto e non obbligo di riscatto a 22 milioni, ma comunque si incassano 3 milioni subito e ci si libera di un ingaggio intermedio. Segno che il ragazzo non si è guadagnato l’approvazione di Conte. Ostigard pare si stia convincendo a trasferirsi al Rennes per 7 milioni, con una plusvalenza di 4,1 milioni tenendo conto anche della percentuale che spetta al Brighton e un altro slot che si libererebbe.
Spuntano intanto fra le nebbie dell’incertezza vecchi tormentoni come James Rodriguez e Berardi, mentre si vagheggia lo scambio fra Raspadori e Chiesa, che però prende 5 milioni netti di ingaggio alla Juve e ne aveva chiesti 7 per il rinnovo. Bene, ma non benissimo per gli standard del Napoli.

Insomma al momento il mercato è in stallo, ma a volte basta sfilare un bastoncino, il battito d’ali di una farfalla perché tutto si rimetta vorticosamente in movimento. Non possiamo fare altro che attendere. 

                                                                                            di Rosario Dello Iacovo