“Le mafie rappresentano un fattore di crescita finanziaria”, le mafie “consentono una crescita illegale”. Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo nel corso del convegno, organizzato dall’Anm, intitolato “Passata è la tempesta? Attualità della legislazione antimafia a trent’anni dalla sua introduzione“, che si è tenuto nella sala Arengario del Palazzo di Giustizia “Alessandro Criscuolo” di Napoli.
Il procuratore nazionale ha ricordato che, ormai, la criminalità organizzata “parla lo stesso linguaggio dell’economia” e che “i comparti produttivi ruotano intorno a meccanismi criminali, come le false fatturazioni, di dimensioni gigantesche”, meccanismi che “consentono di sottrarre ingenti somme di denaro alla tassazione”. Per Melillo, cade in errore chi pensa che il crimine organizzato “non sia destinato a occupare ruoli politici”. Il procuratore nazionale antimafia ha anche voluto ricordare che le mafie e il terrorismo si sono sempre nutriti dei conflitti e che ormai è improcrastinabile fronteggiarle con le stesse nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, di cui le mafie si servono per i loro affari. Un pensiero – accorato – l’ha infine rivolto all’amico e collega scomparso Filippo Beatrice: “Bisogna accettare la sfida del cambiamento delle nostre abitudini, delle prassi e dei modelli di interpretazione: è questo – ha detto infine Melillo – il tratto più profondo della vita di Filippo Beatrice”. Il procuratore nazionale antimafia ha auspicato che si trovino risorse “per costruire, intorno a un modello di interazione tra Università e magistratura inquirente, un ente che porti il nome di Filippo Beatrice”.