Napoli – Nella giornata di oggi, il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha portato nel carcere di Poggioreale 3000 mascherine FFP2, oltre che materiale sanitario (saturimetri, compresse per ipertensioni e cardiopatie, glucometro e strisce per glicemia). Nei giorni scorsi, erano già state consegnate 13mila mascherine chirurgiche, due sedie a rotelle, pannoloni e coperte per i detenuti ammalati del reparto San Paolo.
«Interventi del privato sociale e del volontariato sono piccole gocce nel mare dell’oceano, rispetto al carcere, alla sua dimensione disumana, al sovraffollamento – ha dichiarato, all’uscita da Poggioreale, il Garante campano Samuele Ciambriello – È facile dire che le carceri scoppiano e che Poggioreale è il carcere più sovraffollato d’Europa. Sulle carceri non si intravede una via d’uscita: ci sono troppi problemi, situazioni insostenibili, non vengono applicate le leggi esistenti e non si vive con dignità la dimensione detentiva. Occorre subito un decreto svuota carceri. La politica deve attuare una svolta: chiedo al Ministro della giustizia un’assunzione di responsabilità».
In merito ai diversi comunicati stampa divulgati dalle associazioni sindacali di polizia penitenziaria, che in questi ultimi giorni hanno parlato di rivolte nelle carceri campane, il Garante campano Ciambriello fa una considerazione forte: «vorrei stigmatizzare i contenuti allarmistici e da fake news in riferimento a presunte rivolte fatte dai detenuti, sia nel carcere di Ariano Irpino che nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Comunicati stampa diffusi dai sindacati di polizia penitenziaria e pubblicati, incautamente e senza adeguate verifiche, sia da quotidiani che da siti e persino dalla Rai, che ha mandato sul posto due inviati. A Santa Maria Capua Vetere un detenuto ha distrutto il corridoio del reparto Danubio ed ha ferito due agenti, a cui è stata data una prognosi di dieci giorni. Ad Ariano Irpino, invece, un gruppo di detenuti ha distrutto le telecamere di videosorveglianza, all’interno di un solo reparto, così da poter forzare il cancello e quindi accedere ad un’altra sezione per punire un detenuto. Insomma, mi indigno sia per il procurato allarme sociale, sia per il fatto che la stampa non ha controllato la veridicità di ciò che è avvenuto in questi istituti».