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Un risarcimento di 308.000 euro, a titolo di danno biologico e morale. Secondo il Tar Lazio (sezione prima bis), deve versarli il ministero della Difesa ai familiari del sottoufficiale napoletano Ciro Centofanti, morto di mesotelioma pleurico. L’uomo, militare della Marina, è deceduto nel 2020 a 78 anni, dopo alcuni anni di malattia. Prima del ricorso, proposto nel 2019 da Centofanti, il ministero lo aveva riconosciuto vittima del dovere. Il militare ha prestato servizio dal 1960 al 1979, in qualità di elettricista di bordo, in diverse navi. Tra queste Alcione, Pioppo, Trifoglio, Olmo, Doria, Ontano, Tenace, Visintin. In quel periodo l’amianto veniva utilizzato senza alcuna restrizione, come si legge nel decreto di riconoscimento dello status di vittima del dovere.

Si sostiene che Centofanti abbia respirato polveri di amianto per 24 ore al giorno: la fibra killer era in tutte le coibentazioni, anche negli alloggiamenti. E poi nei corridoi e perfino nei servizi igienici. Erano presenti anche nei locali motori e nei rivestimenti delle condotte di scarico. Il militare, d’altro canto, era privo di strumenti di protezione individuale. La pronuncia del Tar dichiara accertata la dipendenza della patologia dal servizio prestato, e la responsabilità in capo all’Amministrazione.

“Questa sentenza è molto importante perché – afferma Ezio Bonanni, legale della famiglia e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – riconosce il diritto del militare al risarcimento del danno che si aggiunge al riconoscimento dello status di vittima del dovere e alle prestazioni previdenziali, già erogate al militare in vita e ora in godimento ai familiari superstiti. Confidiamo di ottenere anche la condanna per i danni da lutto e perdita del rapporto parentale nella causa già promossa innanzi il Tribunale Civile di Roma continueremo a lottare per la giustizia e la tutela dei diritti di tutte le persone colpite da questa malattia devastante”.