Un’asta con tre bandiere a Napoli, in Piazza del Plebiscito accanto al palco della manifestazione organizzata dalla Regione Campania che chiede il cessate il fuoco in Ucraina. Una bandiera della Russia, una della pace e una dell’Ucraina. È lo scenario allestito dal Governatore per confermare l’equidistanza dai due Paesi in guerra per poter chiedere lo stop del fuoco e l’avvio di una conferenza di pace. In piazza i tanti partecipanti sventolano bandiere multicolori della pace. A Piazza del Plebiscito la manifestazione è partita con un grande video sulle guerre dell’ultimo secolo e con la lettera inviata dalla senatrice Liliana Segre.
I commenti
“È una piazza di pace – ha detto monsignor Antonio Di Donna, presidente della conferenza episcopale della Campania – la prima in Italia e ci auguriamo che ne seguano altre in tutto il paese. Perché bisogna muoversi e fare qualcosa, non possiamo stare così impotenti a vedere che contiamo i morti e non facciamo niente”.
“Questa è una manifestazione di popolo, i napoletani intuiscono il pericolo e comprendono il metodo per contrastarlo. Mi auguro che l’Italia sappia imparare da questa città. Oggi come regione Puglia siamo qui per ringraziare la città di Napoli e le sue istituzioni per questa magnifica manifestazione per la pace”. Lo ha detto il presidente della Puglia Michele Emiliano, presente oggi a Napoli. “L’ho sempre pensato ma oggi questa cosa è ancora più evidente. L’Italia non sarebbe la stessa senza questa città meravigliosa. Siamo in una situazione complicata – ha aggiunto Emiliano – perché non aiutare il popolo ucraino significa lasciarlo alla mercé di chi è più forte. Quello che è sicuro è che deve cambiare l’atteggiamento della comunità internazionale che fino ad oggi non ha voluto in nessuna maniera fermare le ostilità e, anzi, ha immaginato che attraverso il martirio del popolo ucraino si potesse addirittura ottenere qualche risultato strategico. Questo è un errore molto grave, è come farsi scudo con qualcuno per cogliere un risultato personale e la Nato e la comunità internazionale non possono utilizzare così la guerra Ucraina per propri vantaggi”.
“La CIA Campania con tutte le sue delegazioni territoriali ha partecipato, con una folta schiera di associati, alla marcia della pace tenutasi oggi a Napoli. Il settore primario con la sua presenza consistente ha chiaramente detto basta alla guerra”, così in una nota dell’organizzazione agricola. “Noi siamo produttori di cibo e quindi produttori di pace”, dice il presidente della CIA di Salerno Gaetano Pascariello, presente alla manifestazione “con una nutrita schiera di delegati della provincia di Salerno, che cita inoltre una frase storica del grande Sandro Pertini: ‘Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai!”.
“La guerra è entrata prepotente nelle scuole, nelle case, nelle nostre fabbriche. Nella nostra vita. E’ estremamente angosciante che i nostri ragazzi stiano imparando geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Mariupol, Zaporizhzhia e altre località fatte di atrocità indescrivibili. Facciamo respirare a questi ragazzi l’aria sana della Pace e non quella inquinata della guerra”. Lo ha detto Carmen Nappo, operaia Whirlpool, dal palco in piazza del Plebiscito per la Marcia per la pace. “Io sono una lavoratrice ex Whirlpool Napoli, noi stiamo combattendo una guerra per il lavoro da ben tre anni – ha aggiunto – abbiamo visto il susseguirsi di ben tre governi senza alcuna soluzione. Noi abbiamo a cuore la nostra città e la nostra regione e non vogliamo andare al Nord per ritrovare quel lavoro che qui al Sud ci è stato ingiustamente sottratto. Abbiamo fiducia, rispetto, in tutte le istituzioni dello Stato, questa speranza ci porta la giusta resistenza, quella di dire: Napoli non molla”.
“A prescindere da ogni polemica, quello che oggi è importante è avere una marea di giovani e che dalla piazza di Napoli si possa levare un grido per fermare la guerra. Questo è il punto per noi più importante. Lo avevamo già espresso il 26 febbraio: Napoli vuole fermare la guerra”. Lo ha detto il segretario generale della Uil Campania e Napoli, Giovanni Sgambati, a margine della Marcia per la pace. “Dobbiamo batterci anche nei prossimi giorni – ha aggiunto Sgambati – affinché il governo assuma provvedimenti non solo perché vi sia un negoziato ma perché l’umanità non può permettersi il rischio di una catastrofe nucleare. Quindi insieme alla battaglia per la pace bisogna dare risposte alle imprese, alle lavoratrici e ai lavoratori, ai pensionati. Siamo fortemente colpiti, sono le ragioni del lavoro che dobbiamo rimettere al centro della nostra iniziativa e che si coniugano con il messaggio di pace che arriva oggi da Napoli”.
“Ben vengano tutte le iniziative che si pongono come obiettivo la Pace, lo stop alla guerra, all’aggressione di Putin all’Ucraina e al suo popolo. Come Cgil abbiamo aderito alla mobilitazione del 21 ottobre scorso ‘Europe for Peace’ e saremo all’iniziativa nazionale del 5 novembre a Roma e all’appuntamento del 19 novembre a Napoli promosso da Pax Christi. Un movimento che nasce dal basso, fatto di associazioni, cittadini, movimenti, sindacati e forze politiche deve avere un unico punto d’arrivo: pace ad ogni costo, attraverso la costruzione di un tavolo promosso dall’Onu”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, a margine della marcia della pace in corso oggi a Napoli. “Penso – ha aggiunto Ricci – che bisogna stare fuori da ogni polemica e dalle strumentalizzazioni. Non bisogna porsi il problema su chi promuove le iniziative, ma ragionare su quali sono gli obiettivi. Quando abbiamo preso tempo per decidere se aderire o meno alla marcia di oggi, lo abbiamo fatto per ragionare sugli obiettivi della manifestazione. Se trasformiamo la discussione in un referendum su chi promuove la mobilitazione, distogliamo l’attenzione dal suo vero obiettivo che è quello della pace”.