Tempo di lettura: 4 minuti

Il decreto legge del 10 maggio scorso in virtù del quale Stephane Lissner è stato anticipatamente revocato dall’incarico di sovrintendente del Teatro San Carlo viola diversi principi della Costituzione e, tra gli altri, l’articolo 3, sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge: il decreto, infatti, contiene una norma – “Il sovrintendente cessa in ogni caso dalla carica al compimento del 70/o anno d’età” – che “è costruita ad personam, cioè per lo specifico ed esclusivo incarico ricoperto da Lissner”. Lo scrive il tribunale di Napoli nell’ordinanza con cui ha rimesso la questione alla valutazione della Consulta, lasciando intanto il sovrintendente francese al suo posto. Secondo i giudici, Lissner “era l’unico sovrintendente a trovarsi nella situazione prevista dalla norma e, cioè, l’aver compiuto il 70/o anno di età prima dell’entrata in vigore della disposizione ed avere un incarico ancora in corso”. E, “quindi, la disposizione è stata introdotta per essere volutamente applicata un’unica volta, proprio a Lissner”. Ciò comporta, per il tribunale, “il pericolo di una disparità di trattamento che non appare giustificata”. Ma sono anche altre le censure mosse dai giudici del lavoro di Napoli, secondo i quali “la norma in esame non risponde a canoni di ragionevolezza e di coerenza, non è funzionale ad obiettivi di interesse pubblico generale, incide negativamente sui principi di buon andamento e continuità dell’azione amministrativa, è lesiva dell’affidamento meritevole di tutela dell’unico lavoratore destinatario della norma ad hoc ed è stata adottata con decreto legge in assenza dei prescritti requisiti di necessità ed urgenza”.

Il Sovrintendente Stéphane Lissner manterrà alta la qualità artistica del San Carlo. Confermiamo la stima e la fiducia nelle capacità manageriali di Carlo Fuortes che, benché in un periodo molto breve, ha ben operato nell’interesse del teatro”. Così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi in qualità di presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, dopo la decisione del Tribunale che ha confermato provvisoriamente Lissner in attesa della decisione della Consulta.

Il Teatro San Carlo, i suoi lavoratori, la città e i tantissimi amanti del Massimo – prosegue Manfredi – necessitavano di un punto di chiarezza che consentisse di garantire una lunga e solida programmazione artistica: il nostro obiettivo prioritario era ed è tuttora dare infatti continuità al lavoro intrapreso in questi anni e sino ad oggi dalla Fondazione. Abbiamo sempre applicato le leggi dello Stato in piena sintonia con le altre istituzioni coinvolte”.

Sono quantomai soddisfatto perché la mia volontà è sempre stata solo quella di poter portare a termine il mio mandato come Sovrintendente e Direttore Artistico a favore del Teatro San Carlo di Napoli. Questa nuova pronuncia mi dà ulteriore serenità nel proseguire nella mia attività, insieme alle Maestranze del Teatro e alle Istituzioni. Rimane l’amarezza rispetto ad una vicenda che ha comunque danneggiato il lavoro e la reputazione del Teatro e che, sin dall’inizio, ho trovato senza una sua logica accettabile”. Lo afferma il maestro Stéphane Lissner, dopo l’ordinanza del Tribunale di Napoli che lo ha confermato sovrintendente, in via provvisoria, in attesa delle valutazioni della Corte costituzionale. Il collegio difensivo che assiste Lissner – composto dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi – è ugualmente soddisfatto: “Il Tribunale del Lavoro di Napoli, in composizione collegiale, si è nuovamente – e con tempestività – pronunciato sulla vicenda che riguarda il Maestro Lissner, confermando – con una quantomai puntuale e motivata ordinanza – la non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale della norma. Ora la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla norma ‘incriminata’ e nel frattempo il Maestro Lissner potrà continuare a svolgere la propria opera a favore della Fondazione del Teatro San Carlo. Siamo estremamente soddisfatti perché tutte le argomentazioni – giuslavoristiche, costituzionali e di governance – sono state positivamente recepite dal Collegio giudicante”.