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In Italia il sistema delle autonomie locali non deve portare a una eccessiva frammentazione delle competenze. Penso al progetto dell’autonomia e ai dazi di oggi: nell’emergenza mondiale dal Molise facciamo una contrattazione singola con Trump? Una cosa è l’autonomia locale, altro è polverizzare il Paese”. Lo ha detto il sindaco di Napoli e presidente Anci, Gaetano Manfredi, nella presentazione a Napoli del volume “Governare le fragilità” di Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella.
Manfredi ha anche sottolineato che “c’è oggi ancora un pregiudizio sul Sud, invece il Mezzogiorno è oggi esempio di una Italia diversa dal passato come si vede dalla crescita economica, industriale, del turismo. In un Sud sano oggi l’Italia può credere”.
Manfredi ha parlato, poi, della visione futura della politica partendo da due esperienze vissute negli ultimi anni. “Cito – ha detto – il periodo del covid, in cui ero ministro e ci fu un rapporto tra il Governo centrale e le amministrazioni locali in una emergenza straordinaria. Su argomenti come entrare o uscire di casa, andare o meno al lavoro, tenere o no le attività commerciali aperte c’era il potere di Comuni, Regione e Governo. Tre livelli che potevano andare in conflitto tra loro in una situazione di grande emergenza e ci furono due comportamenti diversi. I Comuni con grande responsabilità rinunciarono a proprie ordinanze per evitare comportamenti asimmetrici. I rapporti con le Regioni furono invece molto difficili. In quel momento doveva decidere il governo e basta, secondo me”.
Manfredi ha poi chiamato in causa “l’emergenza nelle Vele di Scampia quando per un crollo notturno morirono tre persone”. “Fu una situazione di grande difficoltà umana e ambientale. In quella occasione c’è stata una forte coesione istituzionale coordinata dalla presenza del prefetto di Napoli che ha saputo gestire il valore dello Stato, e dalla presenza del Comune di Napoli e la cooperazione delle forze dell’ordine in un periodo in cui le scelte potevano portare non alla collaborazione ma alla rivolta – ha spiegato – Portare non solo l’interesse dello Stato ma l’interesse del consesso popolare, aver messo davanti l’interesse collettivo, ha consentito di risolvere il problema in un momento di quasi rivolta sociale”.