NAPOLI – A trent’anni esatti dalla prima edizione di “Monumenti Porte Aperte” ideata da Mirella Barracco di Napoli Novantanove, torna, nella veste istituzionale del “Maggio dei Monumenti”, l’iconica manifestazione che era nata per far riscoprire Napoli ai napoletani e poi, con alterne fortune, è stata riproposta negli anni per il turismo spesso mordi e fuggi cittadino.
Questa mattina, l’edizione 2022 è stata presentata dal sindaco Gaetano Manfredi, l’assessora al turismo Teresa Armato e dal responsabile del programma, il professor Andrea Mazzucchi, portavoce della cabina di regia che il primo cittadino ha voluto al posto di un assessore alla cultura. Gruppo di lavoro che – si scoprirà – lavora gratuitamente.
“Quest’edizione del Maggio – ha spiegato, del resto, Manfredi – abbiamo dovuto organizzarla un pò con i fichi secchi, senza tante risorse. Ma comunque siamo stati capaci di mettere su un programma che a me piace. Abbiamo scelto di non fare un calderone con la qualunque cosa dentro, sarebbe stato solo caos organizzato. Invece, sul modello del Princes Street Festival di Edimburgo, con un programma definito ma con finestre suggerite anche dal basso, abbiamo voluto seguire tre direttive molto precise per gli eventi messi in calendario”.
“La prima è quella di mettere in rilievo una Napoli internazionale, tanto che abbiamo voluto organizzare questa edizione del Maggio in collaborazione con l’istituto Goethe e quello francese”.
“La seconda direttiva è quella della identità sempre più multiculturale di Napoli: dobbiamo far conoscere meglio i nuovi napoletani”.
“La terza è quella del multipolarismo. Gli eventi sono distribuiti in tutte e dieci le Municipalità, non solo al centro”.
“In pratica – ha continuato Manfredi – rispetto a 20 o 30 anni fa, il Maggio è cambiato molto perchè ora non abbiamo più bisogno di far conoscere i tesori del nostro centro storico, ma quelli che stanno in altri quartieri. Abbiamo bisogno di ‘allargare’ la città, anche per decongestionarne il centro storico”.
Quando parla di “allargare” la città, Manfredi ha in mente anche il molo San Vincenzo? Il molo che in campagna elettorale aveva promesso di far riscoprire ai napoletani regalando loro una delle passeggiate a mare, partendo dai giardini del Molosiglio, più suggestive in assoluto?
“L’idea, per questa estate, è quella di organizzare delle visite guidate con un numero contingentato di persone. Poi, con tutta la procedura e gli accordi col Ministero della Difesa, procedere alla sua vera riqualificazione”.
Nel frattempo, ha annunciato il sindaco, i turisti, a maggio, potranno godersi il Maschio Angioino aperto anche di domenica e Castel dell’Ovo quantomeno non interdetto dopo l’ultimo crollo.
Ultime due.
Manfredi ha ufficializzato il gruppo di lavoro, la (famosa) cabina di regia con Stefano Consiglio, Vincenzo Trione, Gennaro Carillo, Francesca Amirante, Ferdinando Tozzi e Andrea Mazzucchi (per l’appunto) che ha voluto al posto dell’assessore alla cultura?
Risposta: “Il gruppo di lavoro lavora, non è ufficializzato ma lavora. A differenza di tanti ufficiali ma che non lavorano”. L’applauso dei suoi fedelissimi a queste parole spinge ancor più a pensare che sia stata una stilettata alla Regione di Vincenzo De Luca, alle prese con il caso Scabec (tra l’altro).
Ma, intanto, il Comune ha istituito l’Osservatorio sul turismo per verificare numeri e flussi in maniera esatta?
“Stiamo coinvolgendo tutte le Università cittadine per avere le professionalità migliori”, ha risposto l’assessora Armato.
Per ora, i numeri che vengono forniti sono questi: “A Capodichino, lo scorso mese di aprile, si sono registrate oltre 900 mila arrivi. E si prevedono, da qui a ottobre, altri 7 milioni”.