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Si avvicina la sfida con il Milan al Maradona e soprattutto si avvicina la volata finale del campionato che deciderà l’assegnazione dello scudetto. Il Napoli, con i suoi tre punti di distacco dalla capolista Inter, è ancora pienamente in corsa per il traguardo più importante e prestigioso: la squadra è compatta nel riconoscere al suo tecnico il merito di una stagione per molti versi inattesa.

Romelu Lukaku, reduce da convincenti prestazioni con la maglia della Nazionale, pensa che l’aggancio e il sorpasso siano ancora possibili e non ha mancato di incitare se stesso e i compagni proprio al termine dell’ultima partita giocata con la formazione belga (“Adesso – è la frase carpita da una telecamera a bordo campo – assicuriamoci tutti di provare a vincere un titolo“).

“Se credo nello scudetto? Non avevo visto la telecamera dopo la partita con il Belgio, ma tu – dice ai microfoni di Radio CRC – giochi a calcio per un motivo: noi dobbiamo guardare partita dopo partita, provare a migliorare e dare la spinta in queste ultime partite. Poi vediamo dove arriviamo, ogni partita la affrontiamo come una finale già negli allenamenti“. Al Maradona arriva il Milan e per Lukaku, ex interista, è sempre una gara speciale. “Con i rossoneri potrei realizzare il gol numero 400 in carriera – osserva -. Sarebbe incredibile ma è importante ciò che fa la squadra. Affrontiamo una squadra forte e di qualità, ma ci prepareremo bene e vedremo il risultato finale. Sono fiducioso, il mister sta facendo un ottimo lavoro per prepararci al meglio”. La lotta scudetto è apertissima, ma Lukaku è anche realista. “L’Inter è la favorita – spiega – e lo dicono tutti, hanno la rosa più grande e hanno giocatori di qualità: siamo onesti. Nessuno pensava ci saremmo trovati qui. Adesso però ci siamo e dobbiamo lavorare ancora di più, per vedere dove arrivare. Per realizzare i sogni devi spingere ogni giorno ed essere pronto per ogni situazione. Certamente noi non ci sentiamo appagati“. L’attaccante belga si sente sempre di più ‘napoletanizzato’. “Dopo un paio di giorni che stai qui – dice – sai di rappresentare un popolo, ricordo l’arrivo in albergo e subito capii che il Napoli è tutto per la gente. Dries Mertens mi raccontava come viveva tutto questo, ero preparato ma viverlo è stato molto di più. Senti proprio l’amore della gente, la passione, e per i giocatori è una spinta incredibile per dare tutto in partita. Anche in trasferta tanti tifosi ci seguono, è una sensazione unica. Io sono molto focalizzato sul lavoro, ma quando vado a cenare in città con amici o famiglia. E’ carino sentire l’amore della gente perché dai tutto per la squadra: è una sensazione unica”. E infine racconta anche come nacque in estate la decisione di trasferirsi a Napoli. “Conte – dice – mi aveva chiamato molto tempo prima, io dopo un minuto gli ho detto sì. Io so cosa ho bisogno per me, e lui anche: non abbiamo bisogno di parlare tanto. Non sono un privilegiato, con me è più duro perché si aspetta di più da me. A me piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere e mi ha dato una spinta in carriera. Su questa cosa lo ringrazierò sempre”.