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È destino: sulle luci di Natale, a Napoli si litiga. Ed è tradizione: ci sono sempre gli scontenti. “Assessore Armato, ogni anno ci ritroviamo con la problematica luminarie” ricordava venerdì scorso Giorgio Longobardi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. Nel 2023 l’accensione ritardata. Quest’anno “il solito dislivello tra periferia e centro”. A Pianura, ad esempio, “solo 3 strade” saranno illuminate, per “un totale di 28 addobbi“. A Soccavo “4 strade, per un totale già molto superiore, di 115 addobbi“. Viceversa in terza municipalità le vie “interessate saranno 25 per un totale di 220 addobbi”. Longobardi è di Pianura, e citava il caso della nona municipalità, la sua. Ma discorso analogo varrebbe per le altre periferie. All’ottava (Chiaiano, Marianella, Piscinola, Scampia), tanto per dire, “le strade sono solo due”.

Ma non è tutto. Qualche squilibrio “enorme” ci sarebbe pure “all’interno della stessa municipalità“. E perfino nella stessa strada. Come in via Antonino Pio (nella foto), al Rione Traiano. Le luminarie ci sono, ma solo in parte della strada. Con l’aggiunta di una beffa. “Quest’anno le hanno montate e poi subito le hanno smontate” racconta Giovanna Lo Giudice, consigliera Pd della municipalità Soccavo Pianura. “Si sono sbagliati dal Comune, dicevano gli operai”. Al buio è rimasta un porzione a vocazione commerciale. Altri consiglieri municipali, giorni fa, hanno protestato per l’esclusione del centro commerciale di via Salvador Dalì. A Pianura è considerata l’unica via ad alta densità di esercizi, con oltre 300 aziende. Ma alla fine, chi decide dove mettere le luci? Il mistero è questo. “I commercianti pagano le conseguenze dei rimpallo dell’amministrazione” sostiene Lo Giudice. Il Comune, infatti, attribuisce la responsabilità alle municipalità. “Si è compreso che – sottolineava Longobardi in consiglio – la suddivisione dei fondi è stata equivalente per tutte”. Ma sulla scelta dei luoghi, dai parlamentini municipali respingerebbero gli addebiti. “Abbiamo chiesto al nostro presidente che – dice Lo Giudice – con una breve nota ci ragguaglia sul fatto che doveva essere il Comune a decidere”. Insomma, “qui tutti pagano allo stesso modo ma – aggiunge la consigliera del Pd – ancora per misteri oscuri non si è fatto un aggiornamento capillare sulle zone commerciali”. Tra le conseguenze del cortocircuito: “Sono anni che in via Antonino Pio una parte è completamente all’oscuro”.

In generale, “bisogna dare qualcosina in più alle periferie” insisteva Longobardi. L’obiettivo è “incentivare le persone a spendere nei negozi delle loro municipalità”. Beninteso, in periferia. Al centro le strade sono invase dai turisti, con o senza luci di Natale. E la denuncia riguarda pure la qualità delle luminarie. “Guardando anche la tipologia degli addobbi – argomentava il consigliere comunale di FdI – si vede come siano stati penalizzati i nostri quartieri”. Qual è l’accusa? “Dappertutto si vedono alberi, strutture natalizie, renne e carrozze, a Pianura e Soccavo solo la classica luminaria apposta sui pali della pubblica illuminazione”. In pratica, si torna all’interrogativo di partenza. “Al netto del fatto che tutte le municipalità abbiano avuto a disposizione gli stessi fondi – si chiedeva Longobardi- , come è possibile che altri quartieri avranno un numero di strade e di addobbi nettamente superiore?”. Il rebus resta, in assenza di chiarimenti. “Sperando che il prossimo anno anche le altre vie abbiamo la stessa luce dei commercianti di serie A” polemizza Lo Giudice.