Liste d’attesa nella sanità, ecco dove a Napoli suona l’allarme rosso. A segnalarlo è il monitoraggio nazionale realizzato da Federconsumatori, in collaborazione con Fondazione Isscon e con il contributo della Cgil. I risultati dei rilevamenti (ad aprile 2023) sono stati presentati oggi a Roma, presso la sede del sindacato. Il report, dal titolo ‘La salute non può attendere’, è aggiornato anche con i primi dati disponibili relativi al 2024. Riporta i tempi di attesa necessari per accedere ad alcune prestazioni specialistiche ambulatoriali, per le prestazioni diagnostiche e per i ricoveri.
Quanto alla Campania, l’indagine fa alcune premesse. Per cominciare, la Regione “non pubblica sul proprio sito alcun monitoraggio regionale aggregato, ma rimanda ai link aziendali”. I dati del report sono riferiti all’Azienda sanitaria Napoli 1 Centro ad aprile 2023. I tempi d’attesa risultano “particolarmente critici nella loro costante uniformità di superamento dei tempi massimi previsti dal PNGLA (Il Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa, ndr)“. Altrettanto critici, peraltro, i tempi di attesa dell’Azienda Napoli 3 Sud “con performance, ad esempio, sino al 15% per le visite gastroenterologiche e media delle classi d’Urgenza oltre i 14 gg”. Inoltre, Il Report dell’Azienda Napoli 1 Centro “non consente di valutare in quali strutture sanitarie della Città insistono le maggiori criticità aziendali”. Pertanto, i tempi di attesa rilevati interessano Presidi Ospedalieri, Aziende Universitarie e Distretti, ma senza possibilità di specificare quali.
Per le visite specialistiche, nel territorio dell’Asl Napoli 1 si evidenziano attese record (361 giorni), ad esempio, per una pneumologica (Classe P, cioè programmata). Lo stesso (classe P) per una visita oncologica: ben 176 giorni. E così per un consulto neurologico (classe P): 351 giorni. Tra le performance negative, spiccano pure i 357 giorni per un consulto ortopedico, e i 270 per quello otorinolaringoiatrico (entrambi classe P). Tra gli esami diagnostici, a Napoli allarmano i 403 giorni per un’elettrocardiogramma. Il dato è relativo alla Classe D, ossia prestazioni da eseguire entro 30 giorni, per le visite ed entro 60 giorni, per gli accertamenti diagnostici strumentali. Altrettanto negativi sono considerati i 365 giorni aspettando una mammografia bilaterale (Classe P), anche se in Italia (Udine) si trova di peggio. E ce n’è anche sui ricoveri programmati. La Campania, infatti, è una delle 4 regioni dove si registra la maggiore incidenza di prestazioni in ALPI (attività libero-professionale intramuraria). Benzina sul fuoco delle polemiche, sull’asse Regione-governo.