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Da un lato le certezze ostentate dall’azienda di trasporto pubblico, dall’altro i dubbi dei viaggiatori napoletani. Ed è scontro a distanza, sui tempi di frequenza della linea 1 metropolitana. “Nonostante l’acquisto e l’arrivo di oltre 10 nuovi convogli, tra l’altro più capienti e lunghi dei precedenti – afferma Antonio Di Gennaro, delegato provinciale Assoutenti per la mobilità -, continuano i passaggi poco frequenti anche in orari non di punta con treni quasi vuoti”. E insomma, “vorremmo sapere perché continua e si ripete continuamente questa situazione”.

L’associazione di tutela consumatori ha contattato Anteprima24, allegando copia di una risposta ricevuta da Anm. Alle richieste di chiarimenti, l’azienda ha informato che la frequenza media è di 9 minuti circa. Tuttavia, talvolta, la periodicità media può essere inficiata dall’affollamento sulle banchine. Gli assembramenti, cioè, allungano i tempi di imbarco e sbarco tra una stazione e l’altra. E questo dilata l’attesa degli utenti. Una risposta chiara ma stringata. Anteprima24 ha perciò provato ad approfondire con l’Anm. Tramite l’ufficio comunicazione, la partecipata comunale ci ha confermato una frequenza media di 9-10 minuti. Di fronte allo scetticismo di Assoutenti, ha replicato: “Tirassero fuori un dato vero, mensile almeno”. Sulle singole contestazioni, Anm ha inoltre fornito la sua versione. Anzitutto, per l’azienda è fuorviante tirare in ballo i nuovi treni. “La capienza aumenta, e si viaggia più comodi” premettono. Tuttavia, “il tempo di incarrozzamento passa da 10 a 7 secondi, la gente non è che si catapulti dentro”. E se “aggiungi un treno, la frequenza scende di pochi secondi, non di un minuto”. In pratica coi nuovi convogli “i tempi sono minori”, ma fino ad un certo punto. “Su una tratta – sostiene Anm – il numero di treni è limitato, anche perché ci sono delle distanze di sicurezza”. Ciò nonostante, il rinnovo della flotta avrebbe comuque ridotto i tempi. “Noi – rivendicano – prima andavamo a 15 minuti, un terzo in meno non è poco”.

E non è tutto. L’analisi aziendale appare più prudente di quella di Palazzo San Giacomo. La settimana scorsa, in consiglio l’assessore Cosenza ha parlato della linea 1. Più o meno coincidente la risposta sulla frequenza media (“8-9 minuti”). Ma l’assessore ai trasporti si è comunque mostrato ottimista. Ha annunciato, in un imprecisato futuro, un progressivo e significativo calo dei tempi. Prospettiva resa possibile anche dalle assunzioni di macchinisti. Ovviamente, a noi l’Anm ribadisce la necessità di ampliare l’organico dei conducenti. Ogni immissione di nuovo treno abbisogna infatti di più macchinisti. Al momento, sono 13 i convogli autorizzati. Ne circolano però 9. Qualcosa cambierà, per forza, con l’apertura di nuove stazioni. Anche qui, le date non sono preventivabili. A dispetto di ripetuti annunci di aperture. Ma non ci interessa questo, per ora. Guardiamo invece al nesso tra l’auspicabile aumento di stazioni e la frequenza media. Come facile intuire, a numero di treni invariato, il primo appesantirebbe la seconda. E nemmeno inserire altre vetture potrebbe risolvere il problema. Non del tutto, almeno. “Se la stazione Centro Direzionale apre, come speriamo – esemplificano all’Anm – il treno diventa più lento” Ma “se si riesce a mettere un altro treno, la frequenza resta la stessa“. Per abbassarla addirittura, poi si vedrà.