Uno striscione di auguri dei cugini di primo grado palermitani trapiantati a Torino. Nel settore juventino, però, mentre lui vestiva la maglia azzurra. Una delle chicche dell’intervento di Emanuele Calaiò durante la trasmissione antePRIMANAPOLI.
L’ex centravanti del Napoli ed ex allievo di Antonio Conte, ha raccontato pregi e modus operandi del tecnico salentino.
CALAIO’ e CONTE – “Lo conosco come allenatore e come persona. Sa entrare nella testa dei calciatori, pretende molto ma ci mette l’anima. Crea mentalità vincente, trasforma i giocatori in macchine. De Laurentiis ha fatto un colpaccio, prendendo uno dei migliori tecnici che c’è in giro, accompagnato da Manna e Oriali, avendo capito gli sbagli fatti l’anno scorso”.
CALAIO’ e LO SCHEMA TATTICO– “Questa squadra non è da rivoluzionare, sette elementi sono una base importante per la prossima stagione. Attacco con punta centrale e due esterni o con una seconda punta? Nei primi anni Conte ha sempre giocato col 4-2-4 a Bari, Siena e Arezzo. Poi alla Juventus è passato a 3 con 5 centrocampisti, poi il 3-4-3 al Tottenham. Diciamo che con le caratteristiche degli attaccanti del Napoli il 3-4-2-1 sembra lo schema più appropriato”.
CALAIO’ su KVARA- “Ha bisogno del binario, necessita di campo perchè ha scatto e dribbling. Il campionato italiano è tosto, dopo un primo anno stellare lo hanno poi limitato. Con Conte l’auspicio è dare meno punti di riferimento. Quella può essere la grande novità su cui il neo tecnico dovrebbe puntare”.
CALAIO’ e LA FATICA- “Gli allenamenti di Conte sono molto impegnativi, l’ho vissuto sulla mia pelle a Siena: lavori dispendiosi durissimi, inizialmente gambe imballate ma dopo smaltiti si vola e si corre il triplo degli altri. Il calcio di oggi è fisico, quindi è un aspetto su cui è giusto puntare”.
CALAIO’ su LUKAKU– “Non è un attaccante da Napoli, ma è un attaccante da Conte. E’ la prima scelta di Antonio, con lui ha fatto benissimo quindi sono felice se sarà lui il nuovo numero nove del Napoli”.
CALAIO’ e il GOL PIU’ BELLO A NAPOLI- “Tutti si ricordano del gol al Lecce, ma sembra che sia l’unico segnato. In realtà è il più importante, un gol fondamentale. Ma amo più ricordare i momenti di squadra: in coppa Italia con la Juventus, l’esultanza a Verona con dieci tifosi nostri”.