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Il tecnico dell’Inter è sicuro: “Se c’era una squadra che doveva vincere era l’Inter, nel secondo tempo non c’è stata partita”. Ai microfoni di Dazn, Simone Inzaghi ostenta sicurezza, e un po’ di superbia. L’Inter ha pressato nella ripresa, è vero. Ma il mister nerazzurro non la racconta tutta. Glissa sul rigore concessogli, sprecato dall’ex infallibile Calhanoglu. E dimentica la chance di Simeone: un matchpoint all’ultimo secondo. E insomma, poteva andargli peggio. Tanto per gradire, niente da dichiarare sul penalty. Giudicato dai più inesistente. E decisione che, inoltre, ha mandato in bestia il tecnico avversario. “Non ho nulla da commentare, penso che Conte abbia parlato per proprio conto”. E poi si sa come va: “A volte si riceve, a volte si toglie: dobbiamo cercare tutti di dare una mano a questi arbitri, io per primo”. A fine campionato errori e regali si  compensano: ricordate? Magari fosse così.

Ma Inzaghi se la cava in questo modo. Schiva le polemiche, e pure il caso scivoloso. “Quando ho preso l’ammonizione – spiega -, può capitare che un arbitro possa sbagliare e tutti noi dobbiamo dargli una mano”. E via di retorica: “Sono tutte partite intense, decise da episodi e dobbiamo cercare di dare una mano agli arbitri”. Ma gli azzurri all’Inter hanno messo paura? “Siamo andati sotto su una palla inattiva, dove dovevamo essere più attenti ma non ci siamo disuniti”.

Al Napoli, però Inzaghi regala un complimento: ma è più per lodare i suoi. “È forte visto dal vero, ma noi non abbiamo concesso nulla”. Nella sua analisi si autoassolve: “Di più non potevamo fare, potevamo sfruttare di più le occasioni ma non va dimenticato chi avevamo di fronte e quanto avevamo speso mercoledì”. Va bene così. In fondo il pari non scontenta nessuno, diciamolo sottovoce. In campo è stata una battaglia. “Novantacinque minuti contro un Napoli che sappiamo che qualità abbia, vuol dire che i ragazzi sono stati bravissimi”.