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È quasi un idolo ormai per i napoletani: Salvatore, il tifoso che è riuscito a intrufolarsi nello spogliatoio del Napoli per festeggiare lo scudetto con la squadra al Dacia Arena è stato intervistato anche da giornalisti e speaker radiofonici curiosi di ascoltare il suo racconto carico di emozione. Perché Salvatore è riuscito a realizzare il sogno di ogni tifoso azzurro.

Dopo il triplice fischio dell’arbitro e la seguente invasione di campo è cominciata la sua passeggiata nel tunnel che conduce agli spogliatoi: “Quando sono riuscito ad entrare non c’era ancora nessuno – ha raccontato a radio Marte- , ho aspettato i calciatori. Il primo ad arrivare è stato Lobotka. Era nudo, indossava solo lo slip e aveva una sciarpa e una bandiera in mano. Gli ho chiesto di darmi qualcosa e mi ha dato la sua sciarpa e la bandiera che ho infilato nel pantalone. Ho un po’ di pancia e sono riuscito a camuffare”. Ma il bottino è stato davvero incredibile: “Raspadori mi ha dato maglia e felpa, e sono riuscito ad avere anche la maglia più importante del campionato”, ha svelato.

Un’attesa durata 33 anni e il nostro eroe è riuscito a vivere il momento clou insieme ai protagonisti, urlando e festeggiando con loro nell’intimità della squadra e intonando il coro “i campioni dell’Italia siamo noi”. Sono tante le immagini catturate col cellulare che hanno fatto il giro del web: Salvatore ha salutato, chiesto una foto e una maglietta praticamente a tutti. Poi ad un certo punto è stato notato da Rrahmani, il quale ha chiesto in napoletano chi fosse. Così è scattato l’allarme e ha abbandonato la zona. Ma la sua impresa resta invidiabile per i tifosi azzurri di tutto il mondo.

I momenti dell’invasione e dell’ingresso negli spogliatoi sono stati documentati da una serie di video che lo stesso tifoso azzurro ha postato su TikTok. Addirittura molti spettatori avevano notato anche in diretta televisiva la presenza di un intruso nelle celebrazioni degli uomini di Spalletti. E proprio questo intruso è diventato l’idolo del momento: Salvatore ha vissuto il sogno che tutti i napoletani avrebbero voluto vivere.