Tempo di lettura: 2 minuti

Finisce con una sentenza di assoluzione la vicenda che ha visto protagonista la signora M.D., 82enne invalida napoletana, accusata dall’INPS di aver falsificato dei documenti durante la sua causa per ottenere l’invalidità civile, dopo che le era stata rigettata ingiustamente in via amministrativa dall’ente previdenziale.

Dopo un lungo iter giudiziario, il Tribunale di Napoli ha stabilito che “il fatto non sussiste”, mettendo così fine all’incubo giudiziario per la donna.

La storia ha inizio nel 2022, quando l’INPS contesta alla signora M.D. di aver presentato delle false dichiarazioni in Tribunale. La denuncia dell’INPS ha portato così a un procedimento penale che, a distanza di due anni, si è concluso con l’assoluzione dell’anziana.

La difesa, guidata dall’avvocato Domenico Iodice, ha chiarito che la signora M.D. in realtà non aveva reso alcuna mendace dichiarazione innanzi al Giudice chiamato a decidere sulla sua invalidità civile.

Nel corso delle udienze, è emerso, infatti, come la l’accusa si fosse basata su una dichiarazione reddituale dell’anno 2021, mentre la documentazione prodotta della signora M.D. si riferiva al 2022. Questo elemento, insieme alla mancanza di prove concrete tese a dimostrare la colpevolezza dell’indagata, ha portato, dopo una ampia arringa del difensore della signora,  il Giudice per l’udienza preliminare a disporre il proscioglimento con la formula “perché il fatto non sussiste”.

“Non vi è stata alcuna falsificazione da parte della mia assistita”, ha dichiarato l’avvocato Iodice all’uscita del Tribunale di Napoli. “La sentenza di oggi ripristina la verità e riporta serenità nella vita della signora M.D.”.

Ma se per la donna questa sentenza rappresenta la fine di un’odissea giudiziaria, la decisione del Tribunale di Napoli solleva tanti interrogativi su come l’INPS e gli organi competenti gestiscano le segnalazioni e le denunce, specie quando coinvolgono persone in condizioni di fragilità.

In questo caso, la giustizia ha prevalso, ma la vicenda ha lasciato comunque un segno profondo nella vita dell’anziana invalida, accusata ingiustamente di un reato che non ha commesso.

Per fortuna il lieto fine: M.D.  potrà da oggi lasciarsi alle spalle una volta e per sempre questa brutta vicenda voltando pagina.