Napoli – Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha incontrato a Palazzo San Giacomo, sede istituzionale del Comune, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Un “proficuo confronto – si legge in una nota – sulle priorità di Napoli e della sua area metropolitana, sul ruolo dei Comuni nella dinamica politico-istituzionale e sulle politiche necessarie per lo sviluppo economico-sociale del Mezzogiorno”. Alla riunione ha partecipato anche il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Molti, si apprende dal Comune di Napoli, i temi su cui si è registrata una convergenza. In particolare “il confronto necessario sulla riforma dell’autonomia differenziata, nell’ottica di superare il principio della spesa storica e di garantire una rinnovata e rafforzata centralità alle città; la gestione – nel confronto con il Governo – dei possibili effetti sociali delle misure di riduzione del Reddito di Cittadinanza con particolare attenzione al Sud; l’elaborazione di efficaci politiche attive per la formazione ed il lavoro da mettere in campo a Napoli, in Campania ed in tutte le regioni meridionali; il rafforzamento dei poteri dei Comuni per potenziare l’erogazione dei servizi pubblici ai cittadini”.
Elly Schlein dice che non ci saranno scissioni nel partito dopo le primari, e viene riferito per un commento a Stefano Bonaccini, a Napoli per incontro al Pan accolto da Paolo Siani e dall’associazione vittime innocenti di mafia.
“Ci mancherebbe altro. Intanto – la risposta del candidato alla segreteria del Pd – Elly si è iscritta, è tornata nel Pd e per me è un gran valore perché abbiamo bisogno di aprire e allargare, di persone ne abbiamo già perse troppe in questi anni. Sono contento che Elly abbia fatto questa scelta, spero la seguiranno altri, più in generale è chiaro che di scissioni non ne devono avvenire”. “Vi parla uno – ricorda Bonaccini – che nel suo piccolo ha fondato il Pd e anche quando non era d’accordo con qualcuno a Roma dal Pd non se n’è mai andato. Ci mancherebbe altro che dovessimo immaginare le scissioni, dobbiamo fare una cosa più grande non più piccola”.
QUESTIONI TERRITORIALI – “Mi auguro che le questioni sui territori trovino una composizione perché poi chi ci guarda temo non ne possa granché più di litigi. Un conto sono le opinioni diverse, che in un grande partito sono il sale, il pluralismo è un valore, un’altra cosa sono le rivalità che paralizzano un partito, che impediscono poi di occuparci dei problemi della gente e non della classe dirigente“. È l’ appello che da Napoli lancia il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini.
“Credo – dice rispondendo ai giornalisti che lo attendono al Pan e che gli chiedono di commentare quanto accaduto a Caserta con le dimissioni del commissario provinciale – che questo sia accaduto in molte parti d’Italia negli anni recenti. Io non ho ancora nessun ruolo per poter prendere decisioni o dare indicazioni, vengo qui come in tutta Italia per dire qual è il Pd che ho in mente. Ho in mente un Pd che parli meno di nomi e cognomi, cioè della sua classe dirigente, perché rimarrebbe più tempo per parlare di contenuti. Credo comunque – prosegue – che siano i territori che debbano prendere decisioni, tant’è che come ho già detto se divento segretario non accadrà mai più quello che è accaduto ora, non è possibile che una classe dirigente non si candidi nei collegi, ma soprattutto se rimarrà questa legge elettorale saranno i campani ad esempio a decidere chi saranno i candidati al Parlamento. Faremo le primarie – conclude – se non cambierà la legge elettorale. Non perché sia lo strumento perfetto ma perché se dobbiamo sbagliare meglio che sbagliamo tutti insieme e non qualcuno da solo a Roma”.
“Abbiamo presentato alcune proposte come presidenti del Pd del centrosinistra che ho visto apprezzate anche, all’ ultima conferenza delle Regioni, da presidenti del Sud non di centrosinistra”. Lo ha ricordato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna candidato alla segreteria nazionale Pd, a proposito della bozza Calderoli sull’autonomia.
Nel suo tour campano Bonaccini ha fatto tappa a San Giorgio a Cremano (Napoli): “Bisogna – ha detto – definire prima i livelli essenziali di prestazioni e togliere la spesa storica. Poi, approvare una legge quadro in Parlamento che definisca regole uguali per tutte. Togliere e sgombrare dal campo materie divisive come la scuola o la sanita’ e cancellare per sempre le parole ‘residui fiscali’ che richiamano alla secessione invece che all’ autonomia”.
Bonaccini ha spiegato: “Per noi l’idea di autonomia differenziata ha a che fare con la programmabilità e la programmazione degli investimenti e delle risorse per governare meglio e dall’altra ha a che fare con la semplificazione amministrativa. Noi dovremmo avere processi che rendano più facile e più semplice la vita di persone e imprese. Viene il sospetto che prima delle elezioni lombarde si cerchi, da parte della Lega in particolare, una soluzione che possa essere usata come scalpo. Ma vedo che hanno molte difficoltà anche dalle parti del Governo”.
AUTONOMIA – “Per noi l’autonomia, ne ho parlato anche con il sindaco, avrebbe a che fare con la programmabilità degli investimenti, delle risorse, bisogna togliere la spesa storica, senno’ queste terre rischiano di rimanere sempre più condizionate. Proprio di recente insieme a De Luca ed Emiliano e grazie anche agli altri presidenti siamo riusciti a fare entrare la deprivazione sociale tra i criteri che sul tema del riparto sanitario in futuro potranno dare un po’ più di risorse al Mezzogiorno”. Così il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini al termine dell’incontro avuto con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
“Avremmo bisogno di ridurre un po’ di burocrazia – ha aggiunto Bonaccini – e di rendere la vita più semplice ai cittadini e alle imprese. Però trovo molta sintonia con il sindaco, con cui abbiamo parlato anche di altri temi, gli investimenti, il mondo del lavoro, il rapporto tra Comuni e Regioni. Sono molto contento dell’incontro con Manfredi, ma non avevo dubbi, lo conosco da quando era ministro al Miur e c’è un rapporto e una stima credo di poter dire reciproca da lunga data”.
Come si fa a trovare una sintesi tra i poteri delle Regioni e quelli richiesti dai Comuni a partire da quelli più grandi come Napoli? “Non mi permetto di decidere per gli altri – la replica di Bonaccini – vengo da una terra in cui la Regione programma, poi gestiscono le Province e soprattutto i Comuni. Anche su questo abbiamo trovato una sintonia vera. Ciò che riesci a garantire rispetto a un’eventuale autonomia è legato molto al rapporto tra gli enti locali, che per definizione sono le Regioni, i Comuni e in parte le Province”.
“La proposta che il Pd unitariamente avanza – sottolinea Bonaccini – è molto simile a quella che proposi io qualche anno fa. È un’autonomia che per essere potenzialmente discussa prevede che vengano primi definiti i Lep, che si introduca una legge quadro in Parlamento, che tratti tutti alla stessa maniera. Così come abbiamo sempre chiesto che questa roba del residuo fiscale bisogna che venga abolita dal lessico, perchè richiama la secessione, non l’autonomia. E dall’altro lato c’è il tema di togliere materie divisive come la scuola o la sanità.
Lei pensi se possiamo avere 20 pubbliche istruzioni diverse in questo Paese, faremmo ridere il mondo”.
DE LUCA TER – “Non saprei cosa dirle, a parte che c’è un tema di regole, di statuti, di regolamenti e leggi nazionali. Dalle parti del centrodestra, e forse non solo, si sta discutendo anche di terzo mandato per i sindaci per cui queste cose si discutono nel momento in cui si deve arrivare a una valutazione. Io do un giudizio positivo del governo di De Luca”. Ha risposto così Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd a Napoli per un tour elettorale, a chi gli ha chiesto se avesse stretto un patto col governatore campano De Luca per una ricandidatura alla guida della Regione in deroga al limite dei due mandati.
CALENDA – “Carlo Calenda mi ha sostenuto lealmente in Emilia Romagna e io non dimentico. Poi quando si discute di questioni nazionali si vedrà dove siamo d’accordo e dove meno”. Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini rispondendo a chi gli chiedeva dei suoi rapporti con il leader del terzo polo dopo il botta e risposta sui social di oggi sul tema delle alleanze.
MAFIA – “La lotta alla mafia deve irrobustirsi ed essere un caposaldo della lotta politica di un partito di sinistra. Dobbiamo pensare che dove c’è illegalità ci sono pochi che stanno bene a fronte di tanti che stanno male”.
Così Stefano Bonaccini, oggi al museo Pan di Napoli, dove ha visitato lo spazio espositivo dedicato alla memoria delle vittime innocenti delle mafie soffermandosi in particolare, accompagnato dall’ex parlamentare del Pd Paolo Siani, davanti alla Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra nel 1985.
“Eravamo abituati – ha detto Bonaccini – a collegare mafia e ‘ndrangheta al Mezzogiorno, ma ora che questi fenomeni hanno messo radici anche al Nord è un problema che riguarda tutti. Va diffusa la cultura della legalità. E’ stato emozionante, direi commovente, vedere la Mehari di Giancarlo Siani, anche i simboli hanno un valore e servono nel contrasto alle mafie come pure le foto delle vittime che ho visto in sala e che stanno lì a testimoniare tragedie che non vogliamo si ripetano più. Proprio poche settimane fa mi è capitato di rivedere Fortapasc e penso che bisogna avere il dovere della memoria. Ci troverete, anzi, ci troveremo – ha concluso Bonaccini rivolgendosi ai rappresentanti delle associazioni anticamorra – sempre dalla stessa parte”.