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Napoli – Sono iniziati questa mattina gli interrogatori di garanzia per l’indagine che mercoledì ha portato all’arresto dell’impreditore napoletano Alfredo Romeo per l’accusa di corruzione. Ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere in attesa che i suoi difensori possano leggere tutti gli atti degli otto capi di imputazione contestati. Stessa scelta anche per Ivan Russo, suo stretto collaboratore, e per Giovanni Annunziata, ex dirigente dell’ufficio controlli ambientali e di supporto operativo per le decisioni dei Rup del Comune di Napoli. È stato invece differito alla prossima settimana l’interrogatorio di Ciro Verdoliva, direttore generale dell’ospedale Cardarelli, all’epoca dei fatti responsabile Unico del Procedimento di gara e dirigente dell’Ufficio Tecnico dell’ospedale, che ha chiesto di conoscere prima il contenuto dei supporti informatici che gli sono stati sequestrati nel giorno della notifica dell’ordinanza.

I quattro restano agli arresti domiciliari come disposto dal gip all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare. Dalla prossima settimana inizieranno gli interrogatori anche per chi ha avuto la misura interdittiva. Dodici persone in tutto. Un’ordinanza di sospensione dai pubblici uffici per Achille Tatangelo, funzionario del Suap del Comune di Napoli, per Stefania De Angelis, dipendente del Suap, per Rosella Pesoli, funzionario della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma, Gennaro De Simone, direttore tecnico dell’ospedale Cardarelli, per Emanuele Caldarera, ex direttore per la gestione e manutenzione degli uffici del complesso giudiziario di Napoli, Biagio Castiello e Gennaro Silvestri, militari del Gico della Guardia di Finanza di Napoli per rivelazioni di segreto d’ufficio. Divieto di esercitare l’attività professionale per Enrico Trombetta, amministratore della “Romeo Gestioni spa” e Raffaele Scala, dirigente della “Romeo Gestioni spa”.

I pm ravvisavano l’ipotesi di associazione a delinquere, ma il giudice per le indagini preliminari di Napoli Mario Morra ha ritenuto insufficiente il quadro accusatorio sostenuto dai pm della Direzione distrettuale antimafia Henry John Woodcock e Celeste Carrano, con il coordinamento del procuratore aggiunto Filippo Beatrice; e dal pm della seconda sezione “reati contro la pubblica amministrazione” Francesco Raffaele, con il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. L’inchiesta ruota attorno alla figura di Romeo e riguarda tre diversi filoni di ipotesi corruttive, relativi ad appalti riconducibili all’ospedale Cardarelli di Napoli dove i dirigenti addetti alla vigilanza del rispetto delle prescrizioni delle gare vinte da Romeo, in realtà non vigilavano affatto sulla corretta esecuzione dell’appalto della pulizia dei locali; al Comune di Napoli dove alcuni dirigenti avevano facilitato le operazioni di apertura dell’hotel a 5 stelle di Napoli, che porta il suo nome, e altresì, secondo l’accusa, gli ‘cucivano addosso’ gare che Palazzo San Giacomo bandiva nel 2016; e alla Soprintendenza per i beni culturali di Roma, dove Romeo era interessato ai lavori di ristrutturazione di “Palazzo Capponi” in via Ripetta a Roma.