Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Rappresenta un primo passo verso la giustizia l’avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura di Perugia nei confronti di El Abdelilah El Ghoufairi, il marocchino di 40 anni accusato dalla moglie di maltrattamenti, violenze, offese verbali e morali tra le quali anche l’imposizione del velo integrale e il divieto di integrarsi imposto a lei e ai suoi figli. La donna, difesa dall’avvocato napoletano Gennaro De Falco, è madre di due maschietti e una femminuccia, tutti minorenni: si è vista avanzare sempre dalla stessa Procura la richiesta di archiviazione in merito al procedimento scattato dopo la prima denuncia che aveva presentato alla Polizia di Stato a Napoli, nei confronti del marito, il quale, con la sua condotta violenta, le aveva causato anche “un perdurante e costante stato di ansia e di paura”.

In Italia, precisamente a Castiglione del Lago e a Tuoro sul Trasimeno, in provincia di Perugia, dove ha vissuto praticamente in reclusione, il marito non le ha concesso neppure la possibilità di imparare l’italiano e, nel dicembre del 2019, quando è tornata in Marocco, suo Paese di origine, l’uomo l’ha abbandonata a se stessa insieme con i figli, sottraendole i documenti e negandole il denaro per il sostentamento. In Marocco, stando ai documenti in lingua araba, fatti pervenire all’avvocato De Falco, l’uomo è stato già sottoposto a processo e anche condannato in via definitiva dalla Corte di Appello di Marrakech, a otto mesi di prigione, per violazione degli obblighi familiari. In primo grado, infatti, i giudici gli avevano imposto di pagare gli alimenti, 764mila dirham, che, però, El Abdelilah El Ghoufairi ha dichiarato di non essere in grado di versare. Soddisfazione, è stata espressa dall’avvocato della donna per il fatto che la Procura della Perugia ha chiuso le indagini nei confronti del 40enne anche se, ha aggiunto De Falco, “non posso non esprimere un certo disagio – spiega l’avvocato – in merito alla notizia della condanna dell’uomo, in Marocco, addirittura in entrambi i gradi di giudizio, mentre qui, in Italia, invece è ancora solo indagato”.