“Gli attimi più difficili sono stati quelli di non avere più certezza di rivedere mio figlio”. Lo ha detto Pino, il padre del 15enne rapito ieri a San Giorgio a Cremano e poi rilasciato dopo alcune ore.
“Si combatteva con questa continua pressione, la richiesta immediata di avere soldi, di incontrarmi, di dovermi liberare dalla Polizia”, racconta il padre. “Ed essendo da sempre una persona sincera, anche in quella situazione, ho scelto di dire la verità: cioè che ero dalla Polizia che non mi avrebbe mai lasciato andare e fare cose di testa mia”.
E a chi gli chiede se ieri, durante le ore del sequestro, i rapitori gli avessero mandato foto del figlio o dato la possibilità di sentirlo, lui risponde: “Assolutamente no. Mio figlio l’ho sentito quando mi ha telefonato personalmente dal telefono di un ragazzo che ringrazio pubblicamente”.
“Mi sembrava una telefonata surreale perché anche in quel momento ho dubitato di poterlo rivedere – ha spiegato il padre -. Ho poi chiesto a mio figlio di ricontattarmi con un altro numero di altra persona che ringrazio e che mi ha tenuto in videochiamata fino a quando sono arrivati i miei fratelli a prenderlo”.
L’uomo ha poi ringraziato le forze dell’ordine “per la prontezza che hanno avuto anche nel farmi rimanere lucido e di non farmi andare in preda al panico”.