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Napoli – Gonzalo Higuain aveva un controllo orientato fuori categoria e un’accelerazione che tradiva il suo andare ciondolante. Lo osservavi caracollare e un attimo dopo era fuggito via verso la porta, non lo prendevi più. A Napoli lo hanno prima amato alla follia e poi odiato all’inverosimile. Mai compreso quel passaggio alla Juventus, inteso come il più brutale dei tradimenti. Accettare il corteggiamento della rivale più odiata per voltare la faccia a chi gli aveva regalato il cuore senza alcun compromesso. E’ qualcosa che i tifosi azzurri non hanno mai digerito.

Come spesso accade, le storie riprendono però forma con l’incedere degli anni. Ora che ha detto definitivamente addio al calcio, bagnando il doloroso annuncio con lacrime sincere, il ‘Pipita’ si è lasciato andare a dichiarazioni da autobiografia ai microfoni di Goal.com. Se l’è bruciate in un’intervista come un tempo usava fare con i difensori avversari. Di scrivere un libro, almeno per il momento, non se ne parla. Basta con il ‘football’. Non ci vuole più avere a che fare, al contrario di colleghi che farebbero di tutto pur di rimanervi avvinghiati.

Non morirà di povertà, Higuain, questo è certo, ma gli va dato atto di aver avuto la forza di ammettere che quello lì è un mondo che può far male. O peggio ancora, far ammalare. “Negli anni tutto sta diventando sempre più tossico, non voglio continuare a farne parte. Voglio aprire la mia mente, godermi la mia famiglia e la mia vita”.

E alla sua famiglia ricorderà anche i momenti di Napoli: “Quelli sono impossibili da dimenticare. Giocare lì è una delle sensazioni più belle che puoi provare da calciatore. Senti uno stadio pieno di persone che urla il tuo nome, mi viene la pelle d’oca a pensarci anche oggi”, ancora le sue parole.

Il suo dire ‘stop’ apre il campo ad un pensiero, forse un’ovvietà. Perché un’emozione è forte quando ha il merito di fregare il tempo che passa: più scorrono i giorni e si opacizzano i ricordi, più acquisisce valore e si rafforza. Ora che il tempo sta passando e gli ultimi riflettori si sono spenti sulle prestazioni del Pipita, più di un tifoso del Napoli sarà disposto a perdonarlo, a ricordarlo con gioia, a riconoscergli un merito. Avergli regalato (anche) momenti di felicità purissima, di apoteosi. Indimenticabili, appunto.