Grand Hotel de Londres, la Regione Campania oscilla tra dubbi e caute aperture sul tavolo istituzionale per un ripristino della funzione alberghiera. Una “difficoltà ad intervenire sulla vicenda viste la limitate competenze del nostro Assessorato” dichiara Felice Casucci, assessore regionale al Turismo. La risposta è indirizzata alla consigliera regionale indipendente Maria Muscarà. L’esponente del gruppo misto, nei giorni scorsi, ha sollecitato l’interessamento della Regione. Casucci chiede però a Muscarà “tutti i riferimenti” dei soggetti coinvolti.
Nella sua replica all’assessore, la consigliera elenca la Direzione Generale del Demanio, il sindaco e l’assessore al Turismo del Comune Napoli, il delegato del ministero del Turismo, l’Unione Industriali e il Sovrintendente. Casucci tuttavia ci tiene a rimarcare come l’immobile di piazza Municipio, attuale sede del Tar, non sia censito tra i beni demaniali della Regione. Appartiene appunto al demanio statale. Dal canto suo, Muscarà non molla la presa. Certo, deve prendere atto atto delle perplessità e delle “legittime obiezioni” dell’assessore regionale. Ma ribadisce “la necessità di un Tavolo istituzionale con tutti gli enti preposti”. Alla Regione si richiede ancora disponibilità a convocare gli enti in gioco.
A suggerirlo sono alcune considerazioni. A detta della consigliera e del comitato civico Portosalvo, la vicenda “continua a privare” la città di Napoli “di una delle strutture alberghiere più importanti d’Italia”. Non solo. Infatti, chi invoca il ritorno alle origini si appella al rispetto del vincolo alberghiero del 1936. Un dato che ne imporrebbe “per Legge, la destinazione d’uso in maniera esclusiva” sostiene Muscarà. Su questo, “al di là delle buone intenzioni dichiarate”, la consigliera non rileva un impegno del sindaco Manfredi. Idem per il “presidente dell’Unione degli Industriali Iannotti Pecci”, pur rammentando il “grande interesse manifestato a mezzo stampa”. Ma non si ferma qui la crociata per il Grand Hotel de Londres.