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“È apparsa su alcuni quotidiani la notizia secondo la quale mentre il Goethe Institut di Torino chiude quello di Napoli resterebbe aperto. Il titolo, sbandierato come una vittoria della nostra città, in realtà è fuorviante: a decorrere da martedì 5 marzo – con la sottoscrizione delle intese sindacali di accettazione della procedura di licenziamento collettivo messa in atto dal Goethe Institut nella persona del suo rappresentante Joachim Bernauer”. – le attività della sede di Napoli si potranno considerare sostanzialmente chiuse. – così in una nota il Presidente della Commissione Bilancio, Walter Savarese d’Atri.

Sui licenziamenti – In pratica sono state infatti licenziate tutte le dipendenti, eccezion fatta per la direttrice dell’Istituto, Maria Carmen Morese. Martedì tutti i dipendenti del Goethe Institut di Napoli,  personale di elevata professionalità, si ritroveranno senza lavoro: al danno, per loro, si aggiunge anche la beffa di dover leggere certi titoli. La sede di Palazzo Sessa sarà abbandonata, con la sezione lingue, ossia i corsi di tedesco di tutti i livelli, già chiusa dallo scorso dicembre, con il grave effetto che a Napoli non sarà più possibile frequentare corsi di lingua tedesca o ottenere la certificazione europea di tedesco. Una certificazione molto ambita nelle scuole dell’intera regione Campania, che storicamente ha fortissime connessioni con la Germania. Basti pensare alla foltissima presenza turistica in costiera e sulle isole, oltre ai tanti e continui scambi commerciali con la Germania. Pertanto la sostanziale chiusura del Goethe Institut a Napoli, perché di questo si tratta nonostante i titoli ottimistici e, ripeto, fuorvianti di alcune testate, rappresenta un grave danno non solo a coloro che si ritroveranno senza lavoro, ma anche alla cittadinanza”.

Questione sede –  La dottoressa Morese si ritroverà senza sede e senza personale: se non è una chiusura questa poco ci manca. Spero in un intervento dell’ambasciatore di Germania Hans-Dieter Lucas, che si adoperi  per un’immediata ripresa dei percorsi di formazione ed una riapertura ‘ponte’ del centro, evitando di interrompere senza motivazioni il rapporto di lavoro con un personale di elevata professionalità che da molti anni mostra la qualità del proprio lavoro sul campo. All’ambasciatore, così come a Manfredi probabilmente l’informazione che il Goethe Institut a Napoli non chiuda deve essere giunta in maniera distorta o parziale: si faccia tutto il possibile affinché la sede di Napoli resti davvero aperta, con i dipendenti che conservino il posto di lavoro e con tutta l’offerta formativa, che da sempre questo prestigioso Istituto offre, nuovamente attiva”, lo afferma in una nota