Napoli – Da oggi il palazzo di Giustizia di Napoli è intitolato ad Alessandro Criscuolo, giurista di lungo corso, già presidente della Corte Costituzionale tra il 2014 e il 2016 di cui è stato giudice dal 2008, scomparso a marzo di due anni fa. “Un protagonista dell’intera esperienza giudiziaria italiana – lo ricorda il Guardasigilli Marta Cartabia che lo stesso Criscuolo volle vicepresidente ai tempi della Consulta – e che aveva una dote rara: era un uomo che sapeva cedere il passo. Non solo non amava i protagonismi e la ribalta, volentieri cedeva il passo ad altri, con i suoi modi sempre eleganti, sempre raffinati, ispirati forse proprio da quella naturale nobile umiltà che lo caratterizzava”.
“Sandro Criscuolo – ha ricordato Cartabia – fu eletto alla Corte Costituzionale dalla Corte di Cassazione ed è uno di quei rarissimi casi, non so se l’unico, di eletto al primo turno con un consenso unanime. Qual era il segreto della sua personalità? Sicuramente c’è l’insigne giurista della grande scuola napoletana, ma non meno decisive sono le virtù dell’uomo, capace di diventare un modello e un maestro”.
Inevitabile il ricordo personale frutto delle comuni esperienze alla Consulta.
“Ebbe nei miei confronti un gesto molto generoso – ha sottolineato il ministro nel corso della cerimonia all’aperto – quando mi volle alla Corte Costituzionale, una scelta quasi eversiva, anche perché io ero arrivata da poco e appartenevo a una generazione diversa, anche una formazione diversa, venivo dall’accademia, ma per me fu un vero privilegio. E mai mi fece sentire la distanza in alcun modo. Il rapporto con lui era facile e naturale, aveva un animo davvero mite, quante volte diceva ‘non mi piace comandare’. Quando presiedeva la Corte qualche comando lo doveva pur impartire, ma la sua era una autorità che si faceva ascoltare senza mai imporsi, con interventi sempre misurati ma sempre incisivi. Lo considero un modello, per tanti giudici, per tanti giovani che guarderanno questo nome come un faro di un percorso da seguire”.
Luigi Riello, oggi procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, di Criscuolo è stato un allievo. “Era il magistrato per eccellenza, il giudice che sapeva ascoltare, e infatti lo ricordo in una posa particolare, pollice e indice sul volto nell’ascoltare in religioso silenzio e rispetto il suo interlocutore. In questo momento così delicato e lacerante, che magistrati e avvocati insieme all’unisono abbiano pensato di intitolargli il palazzo di Giustizia di Napoli trovando l’entusiastica adesione della ministra, fa pensare a un momento di ricostruzione, a una voglia di andare avanti. Ripartiamo da Alessandro Criscuolo – l’invito – dalla sua figura, dall’esempio che ha dato e che ha testimoniato ogni giorno nella sua vita da magistrato”. “Alessandro Criscuolo – ha osservato il presidente del tribunale Elisabetta Garzo – è stato soprattutto per noi giovani magistrati un faro perché era una persona di grandissimo spessore, umanità e preparazione.
Ogni volta si chiedeva un consiglio a Sandro, era sempre disposto a darci una mano. Aveva una vivacità infinita e una saggezza grandissima. Negli anni in cui è stato presidente dell’Anm ne ho apprezzato la sua disponibilità in tutte le battaglie che la magistratura affrontava”. Parla di “riconoscimento alla grande tradizione giuridica napoletana, e a un uomo che è stato uno dei più grandi esponenti di quella tradizione”, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.